“Ho mentito a lungo perché la società non era pronta ad ascoltare ciò che avevo da dire”. Inizia così il suo racconto Thierry Henry ai microfoni del podcast “Diary of a Ceo“. L’ex calciatore francese a cuore aperto racconta di aver attraversato la depressione durante la sua carriera calcistica e di non esser riuscito a superarla né di esser stato in grado di ricevere aiuto. “Piangevo ogni giorno. Avevo paura di non accontentare la gente, non compiacere la mia famiglia in particolar modo mio padre.” prosegue Henry, affermando che sia la sua infanzia che la sua carriera sportiva è stata traumatica, non facile da affrontare.
La sua carriera ritenuta leggendaria è iniziata nel 1999 come esterno all’Arsenal, diventando poi uno dei migliori attaccanti della storia del calcio. Nonostante però il suo successo, Henry ammette di aver avuto difficoltà a trovare la felicità. “Nella mia carriera sì, sono stato depresso. Ne ero a conoscenza? No. Ho fatto qualcosa al riguardo? Ovviamente no. Ma mi ero adattato a vivere così” afferma l’ex calciatore.
Il momento in cui Henry si è accorto del suo status mentale è stato durante il periodo del lockdown, quando tutto era fermo. “Mi trovavo bloccato a Montreal lontano dalla mia famiglia, lì ho capito che non potevo più scappare dai miei demoni. Tendiamo a scappare invece di affrontare i nostri problemi, ci teniamo occupati e cerchiamo di evitare o non pensare al problema. Ero isolato e non potevo vedere i miei figli, per un anno è stata dura ma sono stati loro che mi hanno dato la forza di andare avanti e superare il dolore” conclude l’atleta francese.