Scontro rovente a Otto e mezzo (La7) tra il filosofo Massimo Cacciari e il giornalista di Repubblica Massimo Giannini sulla posizione di Giorgia Meloni in merito alla commemorazione di Acca Larentia e al ripudio del fascismo.
Cacciari assolve completamente la presidente del Consiglio: “Sbaglia chi chiama in causa la Meloni sulla vicenda di Acca Larentia. Con onestà intellettuale bisogna dire che lei ha una storia che ha del tutto superato e che condanni di fatto quelle manifestazioni, con cui non c’entra nulla. Questa è la realtà”.
Dissente Giannini: “Non vedo come e quando la Meloni abbia superato la sua storia. Lei dice che la Meloni condannato di fatto quelle manifestazioni. Ma quando? In quale circostanza? Cosa ci perde Giorgia Meloni a condannare un episodio come quello? La verità è che lei una condanna esplicita di tutto il passato fascista e post-fascista non l’ha mai fatta“.
L’ex direttore della Stampa ricorda poi il discorso di Meloni all’indomani della vittoria elettorale dello scorso anno: “Si è limitata dire che non aveva simpatia per nessun regime, compreso il fascismo“.

Insorge Cacciari: “Ha detto che è contro tutti i regimi totalitari, facendo un discorso che hanno fatto sempre tutti i liberali e mettendo nel calderone tutto e l’opposto di tutto, fascismo, nazismo, comunismo, socialismo. Sono le stesse balle – continua – e le stesse cretinerie dal punto di vista filosofico, storico e culturale, che appartiengono a tutto il pensiero liberale. Questa è la posizione della Meloni ed è la stessa posizione del 90% dei benpensanti di questo mondo”.
“Allora le posso fare una domanda?”, replica Giannni che menziona coloro che hanno banalizzato l’adunata di Acca Larentia. Ma rimedia le ire di Cacciari.
“Io non ho banalizzato nulla”, tuona il filosofo.
“Ma non mi riferivo a lei”, ripete più volte e invano Giannini.
Ma Cacciari è irrefrenabile: “Allora non sono stato chiaro, io non derubrico affatto quanto accaduto. Dico che quello che è successo è gravissimo, perché è colpa nostra, è colpa mia, è colpa tua: non siamo riusciti a educare i giovani a capire che cosa sono questi fenomeni – aggiunge – E quindi è colpa di me insegnante, di te giornalista, perché non siamo stati capaci di educare nessuno sul fascismo. Questa è la questione che a me interessa, lo vuoi capire o no, cavolo?”.

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