Ex elettore deluso del M5s e del Pd (“Alle scorse elezioni ho votato scheda bianca“), Marco Vizzardelli, il giornalista appassionato di lirica salito alla ribalta delle cronache per aver gridato al Teatro della Scala “Viva l’Italia antifascista” con successivo fermo della Digos, è ospite d’eccezione della trasmissione radiofonica La Zanzara (Radio24) per analizzare gli strascichi della vicenda di Acca Larentia.
Inevitabile l’indignazione del loggionista della Scala, che già in una intervista a Repubblica ha lamentato il metodo dei “due pesi e due misure” adottato nel suo caso: “Io sono stato inseguito per 10 minuti dalla Digos, anche se poi ci siamo messi a ridere. Mi ha indignato quanto successo ad Acca Larentia, perché sono italiano e quindi antifascista. Ricordo che c’è una prosecuzione logica tra l’italianità e l’antifascismo“.
“Ma vorrebbe in galera quelli di Acca Larentia?”, chiede Giuseppe Cruciani.
Ci potrebbe stare“, risponde Vizzardelli, che torna ancora sul suo fermo della Digos (“Quella sera alla Scala il problema per me era La Russa accanto a Liliana Segre“).
“Ma che senso aveva gridare ‘Viva l’Italia antifascista’?”, obietta il conduttore.
“Aveva senso – ribadisce Vizzardelli – tanto è vero che poi la reazione è stata quella. Quella sera c’erano due profumini: quello di fascismo per la presenza di La Russa. E poi c’era un profumone, anzi effluvi ed effluvi di razzismo per la presenza di Salvini. Lui è come un turibolo di incenso che emana razzismo”.

Alla domanda di Cruciani se voterebbe mai La Russa, Vizzardelli risponde: “Manco dipinto. Gli stringerei la mano, ovvio, come farei con qualunque essere umano. Se dovessi scegliere di andare a cena con lui o con Elly Schlein, deciderei per La Russa, perché è molto più divertente, su questo ho pochi dubbi. Mi dicono che sia una persona simpatica, e in parte si vede. Se mi dicessero che Elly Schlein è una persona simpaticissima, dovrei un pochino indagare”.
“Se ci fosse un colpo di Stato militare, secondo lei, con chi starebbe La Russa?”, incalza Cruciani.
“Diciamo che mi porrei delle domande – commenta Vizzardelli – Scherzi a parte, se dovesse realmente prendere piede una destra autoritaria non democratica, io credo che La Russa la prenderebbe abbastanza volentieri, anche perché un po’ di arietta già la sento, quasi come ai tempi dei colonnelli“.

Poi critica aspramente le parole di La Russa in una intervista al Corriere della Sera sull’adunata di Acca Larentia e le sue perplessità nel connotare il saluto romano come gesto di apologia del fascismo (“È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono”): “Un presidente del Senato che dice quelle cose dopo un secondo si dovrebbe dimettere. Se hai quella carica e sei un servitore di uno Stato fondato sull’antifascismo, e non servitore del consenso o di chi ti vota, su certe cose ti devi tappare la bocca. Fascismo e comunismo non sono la stessa cosa, né il saluto a pugno chiuso è un reato. Il comunismo ha fatto danni terrificanti, ma che c’entra? In Italia è diverso”.
“E chi voterebbe tra Stalin e la Meloni?”, chiede il conduttore della Zanzara.
“Nessuno dei due, mi astengo – risponde Vizzardelli – Tra Meloni e Togliatti, invece, il secondo tutta la vita. Benito Mussolini è stato un criminale? In parte sì”.
“Ma ha mai pensato di lasciare l’Italia dopo la vittoria della Meloni?”, domanda Cruciani.
“È una cosa che ho pensato svariate volte – replica il melomane milanese – anche quando c’era Berlusconi. Pericolo di uno Stato autoritario col governo Meloni? A giocarci sopra coi noti fatti di Acca Larentia, alla fine ci si può scottare“.

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