L’abolizione dell’abuso d’ufficio, l’indebolimento della norma sul traffico di influenze, le modifiche alle intercettazioni. Per il presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte la strada intrapresa dal governo Meloni, col sostegno dei liberali di centro come Azione e Italia Viva, sono segnali di “forte restaurazione che ci preoccupa”. “Il tema della questione morale e del legame tra politica e affari è centrale”, aggiunge l’ex premier. Conte in una conferenza stampa ha presentato tra l’altro la proposta del Movimento per una legge sul conflitto d’interessi: “La politica deve separarsi dagli affari. Ci accusano di essere giustizialisti ma noi siamo garantisti. La Costituzione ci impone di tenere alto il prestigio delle istituzioni. Non vogliamo tornare all’epoca delle monetine tirate ai politici. E siamo molto preoccupati. Vogliamo tornare a tenere alta la questione morale. Altrimenti i cittadini continueranno ad allontanarsi dalla politica che verrà percepita come qualcosa che si autoprotegge. Siamo tornati ad un clima di restaurazione. Vediamo politici che fanno affari anche con Paesi esteri e attività di lobby”.
video di Manolo Lanaro
Il riferimento nemmeno tanto velato è a Matteo Renzi. “Renzi – dice ancora Conte – è persona particolarmente astuta ed è l’emblema di questo intreccio tra affari e politica che stiamo denunciando, e lui agisce per un proprio tornaconto. Il problema è la nostra incapacità di reazione a questo modo di fare. Sappiamo tutti che da tempo Renzi facesse affari. Solo qualche allocco poteva credere che si trattasse di consulenze in giro per il mondo”. Rispondendo a una domanda dei giornalisti del Fatto Quotidiano Conte ha sottolineato: “Dalla vostra inchiesta è uscito fuori tutto questo e anche dell’attività del suo sodale Carrai; ma possiamo consentire che un parlamentare prenda soldi da società pubbliche legate a paesi stranieri? O da fondi sovrani? Io vorrei fare un confronto tv con lui sulle norme per impedire questo malaffare! Ma di cos’altro devo parlare con Renzi, di affari? Tutto quello che abbiamo fatto durante la pandemia lo abbiamo deciso anche con la delegazione di Italia Viva. E ora lui mi viene a contestare una missione russa, che ho spiegato per filo e per segno anche al Copasir, dopo gli affari che fa lui all’estero?”.
Conte ha toccato tra gli altri il caso di Vittorio Sgarbi, indagato per riciclaggio per la storia del quadro rubato. “Ogni caso di cronaca che coinvolge chi fa politica svilisce le istituzioni – afferma il leader M5s – Molte testate straniere parlano in questi giorni del nostro sottosegretario alla Cultura coinvolto nella vicenda di un quadro rubato. A noi non interessa che sia arrivato o meno un avviso di garanzia”, ma di per sé “è un fatto gravissimo”. E poi c’è un altro caso che coinvolge il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accusato di aver rivelato atti coperti da segreto sulla vicenda dell’anarchico in carcere Alfredo Cospito: “E’ di fatto un attentato alla sicurezza del Paese, una cosa gravissima”.
Sul tema delle lobby l’ex premier confessa anche un rimpianto, sul tema delle concessioni ad Autostrade. “Per me – dichiara – il rammarico è non essere riuscito a far saltare la concessione con Autostrade. Avevamo contro tutti gli avvocati d’Italia. Nonostante l’avessimo studiata in tutti i modi, il rischio era di decine e decine di miliardi di danni da pagare. Ci abbiamo provato in tutti i modi e avremmo fatto saltare quella concessione, che era blindata per legge ed era stata fatta in modo sproporzionato. Abbiamo avuto tutti contro”.
Conte infine ha detto che non si candiderà alle elezioni europee: “Non possiamo continuare ad ingannare i cittadini con i nostri comportamenti – spiega – Non puoi chiedere ai cittadini datemi il voto quando so già che in Europa non ci potrò andare. Così si rompe il meccanismo di fiducia con gli elettori. Gli altri leader dovrebbero fare altrettanto. La politica non può continuare a prendere in giro i cittadini. Io in quelle liste non ci sarò”.