“Renzi, è una persona astuta, il campione della contaminazione fra politica e affari. Forse il più abile, nel far tesoro di questo stato di cose, che getta discredito sulle istituzioni, e approfittarne per integrare le casse del suo bilancio personale e familiare“. Così il presidente del M5s, Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Movimento, nella quale sono state presentate proposte di legge per regolare conflitti d’interesse e il lobbismo. “Sapevamo tutti che faceva affari addirittura vantandosi, solo qualche allocco forse ha creduto che fosse pagato così lautamente per fare qualche conferenza. Quello che mi ha sorpreso, leggendo la vostra inchiesta – ha aggiunto rivolgendosi al cronista del Fatto quotidiano – è che lo faceva di fatto attraverso il suo sodale Carrai, già quando era presidente del Consiglio. Possiamo consentire che non ci siano delle norme che chiariscano che un parlamentare non possa prendere soldi da governi stranieri, da società pubbliche collegate con governi stranieri, da fondi sovrani?”.
Quanto alla sfida lanciatagli da Renzi per un confronto tv, “io – ha commentato il presidente del Movimento 5 Stelle – voglio fare il confronto in Parlamento sulle norme da approvare. Di cosa andiamo a parlare in tv? Di affari? Posso parlare con un senatore che mi ha attaccato sempre durante la pandemia, facendo parte del governo? Mi viene ad attaccare sulla missione russa quando scopriamo che ha fatto affari con gli oligarchi russi? Io ho risposto in tutte le sedi istituzionali e il Copasir ha certificato che in quella missione c’è stato un contributo per l’Italia che era in difficoltà”.
Poi Conte conclude. “Per me il rammarico è che non sono riuscito a far saltare la concessione di Autostrade, che aveva preso tutti gli avvocati d’Italia. Avete visto cosa è successo con le autostrade dell’Abruzzo? Draghi l’ha fatto e si è esposto alla responsabilità per due o tre miliardi. Alla fine abbiamo ripiegato sull’ingresso del partner pubblico e con i fondi internazionali ci siamo garantiti un prezzo competitivo. Quella convenzione era blindata per legge, fatta male, favorendo l’interesse privato a scapito di quello pubblico. Abbiamo avuto tutti contro, Italia Viva disse che mettevamo a rischio lo stato di diritto, poi leggendo l’inchiesta del Fatto Quotidiano abbiamo scoperto che Renzi era diventato procacciatore di affari per i Benetton”.