“Questa proposta depenalizza un’importante forma di corruzione e può avere un impatto sull’efficacia della lotta alla corruzione“. È netto il giudizio di un portavoce della Commissione europea – interpellato dai cronisti a Bruxelles – sulla cancellazione dell’abuso d’ufficio prevista dal ddl Nordio, che mercoledì ha incassato il primo ok al Senato. “La lotta alla corruzione è una massima priorità per la Commissione”, sottolinea il rappresentante dell’esecutivo Ue, ricordando il “pacchetto ad hoc” di norme su questo tema contenute nella proposta di direttiva varata a maggio dopo lo scandalo Qatargate. La stessa posizione palazzo Berlaymont l’aveva già espressa lo scorso luglio nel report annuale sullo Stato di diritto: le proposte di modifica contenute nel ddl “depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero compromettere l’efficace individuazione e lotta alla corruzione”, si leggeva nel documento. E l’aveva ribadita a settembre, rispondendo a un’interrogazione dell’europarlamentare del M5s Laura Ferrara.

D’altra parte se (ma ormai è meglio dire “quando”) il ddl diventerà legge, l’Italia sarà l’unico Paese dell’Unione europea in cui abusare del potere pubblico a fini privati sarà consentito: l’unico, cioè, in cui la fattispecie di reato di abuso d’ufficio non è prevista. Il dato è riportato proprio nella proposta di direttiva anti-corruzione, che riporta l’esito di un questionario condotto tra gennaio e febbraio 2023: nella definizione adottata dall’Onu (“il fatto per un pubblico ufficiale di abusare delle proprie funzioni o della sua posizione, ossia di compiere o di astenersi dal compiere, nell’esercizio delle proprie funzioni, un atto in violazione delle leggi al fine di ottenere un indebito vantaggio per sè o per un’altra persona o entità”) l’abuso d’ufficio è previsto come reato da tutti e 25 gli Stati membri coinvolti (non hanno risposto Bulgaria e Danimarca). “Approvando il ddl dichiariamo di fatto guerra all’Unione europea, che sulla lotta alla corruzione fa sul serio e vuole costruire una sua credibilità nel mondo”, attacca il gruppo del Movimento 5 stelle a Bruxelles.

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