Non poteva che cominciare malissimo e trasformarsi in caos la grande novità inserita dal governo Meloni in manovra: l’esclusione dal calcolo dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) dei titoli di Stato italiani, nonché gli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, con limite massimo di 50mila euro. Una procedura che non risulta però ancora aggiornata dall’Inps che effettua i controlli e il calcolo dell’Isee, con la conseguenza che le attestazioni di questi giorni risultano riportare il valore del patrimonio mobiliare senza considerare la franchigia prevista.
La storia è nota. Da quest’anno – grazie a una dotazione di 44 milioni di euro – gli italiani che hanno fatto incetta di Btp e buoni fruttiferi postali possono ritrovarsi un Isee decisamente più basso e, di conseguenza, aspirare a ottenere più bonus. A partire dal re delle prestazioni sociali agevolate: l’assegno unico universale per i figli a carico. Ma ci sono il bonus asilo nido, la retta dell’università, la carta acquisti per la spesa, il bonus sociale luce e gas per le bollette e il neo Assegno di inclusione (Adi) che dal 2024 sostituisce in parte il Reddito di cittadinanza in parallelo con il Supporto formazione e lavoro per gli occupabili. L’Isee serve, infatti, a misurare il livello economico complessivo del nucleo familiare, considerando tutte le voci di ricchezza attribuibili ai componenti di quel nucleo, come le proprietà immobiliari, le rendite finanziarie, i redditi vari, ecc. Un meccanismo che conoscono molto bene tutte le famiglie che ogni anno sono tenute a presentare l’Isee per continuare ad usufruire di queste prestazioni agevolate. Ma quest’anno, come detto, il meccanismo si è inceppato con il rischio di bloccare le agevolazioni. La procedura dell’Inps per la compilazione e il rilascio del modello Isee non è stata, infatti, ancora aggiornata e quindi le attestazioni elaborate allo stato attuale comprendono ancora nel calcolo anche i Btp. E non si sa ancora se e quando sarà operativo l’aggiornamento. Allo stato attuale non ci sono stati comunicati né da parte degli organi ministeriali né da parte dell’Inps.
Nel frattempo, a dover gestire il caos delle famiglie alle prese con la compilazione dell’Isee sono gli operatori del settore. L’altro ieri si è riunita la Consulta nazionale dei Caf che ha avanzato formale richiesta di chiarimenti all’Inps e al ministero del Lavoro riguardo ai tempi necessari per la modifica della procedura Isee e sulle modalità che saranno adottate per uniformare il calcolo dell’algoritmo dell’indicatore anche ai modelli già inviati nella banca dati. Nel frattempo la Consulta ha dato indicazioni ai Caf di continuare a inserire nelle dichiarazioni tutti i valori mobiliari (anche i Titoli di Stato, i buoni fruttiferi, ecc.) nel loro valore intero confidando, poi, in una modifica da parte dell’Inps. Una decisione che, tuttavia, non rispecchia quanto deciso da Poste che nella documentazione che sta dando ai clienti fornisce come indicazione l’esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti del risparmio postale, tra cui i libretti di risparmio postale.
Intanto ci si interroga ancora sull’efficacia della misura che finisce per essere regressiva visto che una famiglia con molti titoli pubblici potrebbe ottenere più benefici di una più povera che non può permettersi di acquistarli. Inoltre si rischia anche di non rispettare il limite degli aiuti di Stato spingendo le famiglie a comprare titoli pubblici italiani, nella speranza di garantire una maggiore copertura nazionale del debito. Intanto regna il caos.