I politici di estrema destra di Diritto e Giustizia condannati e ricercati dalla polizia riceveranno di nuovo la grazia. Parola del presidente della Repubblica polacco, Andrzej Duda, che ha annunciato la propria decisione dopo che martedì l’ex ministro dell’Interno, Mariusz Kaminski, e il suo ex sottosegretario, Maciej Wasik, raggiunti da un ordine d’arresto, erano risultati irreperibili per gli agenti. Questo perché in quel momento venivano ricevuti proprio nel palazzo presidenziale.
La notizia ha generato non poche polemiche in patria, anche perché i due sono compagni di partito del presidente condannati a due anni per abuso di potere. Duda aveva già tentato di garantire loro l’impunità, ma la grazia che aveva concesso era stata annullata dalla Corte Suprema perché non si riferiva a una sentenza definitiva. Così, il presidente ha ribadito di voler evitare che i due politici scontino la pena: “Ho deciso di avviare una procedura per la grazia”, ha annunciato. Duda ha riferito di essere stato informato del fatto che anche Wasik, oltre a Kaminski, “ha iniziato uno sciopero della fame. Ho detto che avrei fatto tutto il possibile, che avrei fatto ogni sforzo per restituirgli la libertà il più presto possibile affinché nella libera Repubblica di Polonia siano persone libere e non prigionieri politici perché è un insulto alla loro dignità e offende anche la nostra posizione internazionale il fatto che dopo il 1989 in Polonia esistano ancora prigionieri politici”.
Dietro alla mossa del presidente, però, si nasconde una strategia tutta politica nell’ambito dello scontro col nuovo governo liberale di Donald Tusk. Non a caso, in una dichiarazione televisiva fatta con accanto le mogli di Kaminski e Wasik, Duda ha auspicato che la concessione della grazia ai due politici possa aiutare a calmare le tensioni tra europeisti e nazionalisti che sono aumentate in Polonia dopo le elezioni.