Piloti presto in pista e organizzatori verso un’aula di tribunale. E’ la decima stagione della Formula E, il mondiale FIA riservato alle monoposto elettriche – le Gen 3 adottate con l’ultimo campionato hanno 476 Cv di potenza (350 kW) e raggiungono i 320 km/h – che scatta sabato 13 gennaio sull’autodromo di Città del Messico (libere a partire da poco dopo la mezzanotte italiana, qualifiche tra le 17.30 e le 19 e gara dalle 22.03).
Jake Dennis (Andretti Global) parte con l’obiettivo di difendere il titolo individuale vinto con la Porsche 99X electric, mentre la Envision Racing tenterà di bissare quello a squadre conquistato con Sébastien Buemi e Nick Cassidy, nel frattempo passato alla Jaguar (che fornisce le vetture alla scuderia britannica) e sostituito dal rientrante Robin Frijns.
L’organizzazione del circuito a zero emissioni si è invece riservata la possibilità di procedere per vie legali dopo quella che considera una violazione del contratto da parte delle autorità indiane della regione del Telagana che ha portato alla cancellazione del terzo evento stagionale, il quarto ePrix. Il nuovo esecutivo non avrebbe rispettato impegni assunti da quello precedente (l’intesa era stata sottoscritta lo scorso 30 ottobre) facendo venir meno la possibilità di disputare la gara in programma il 10 febbraio, l’unica di livello mondiale organizzata sotto l’egida della FIA nel paese.
Il calendario torna così a 16 gare, con 6 doppi eventi (Diriyah, Misano Adriatico, Berlino, Shanghai, Portland e Londra) e con un altro circuito cittadino in meno. Il Ceo Jeff Dodds ha parlato di “profonda frustrazione”, mentre Alberto Longo, uno dei fondatori e Coo del campionato, di “estrema delusione”. La decisione penalizza i partner locali, ossia Mahindra, impegnata direttamente nella Formula E (i nuovi piloti sono l’italo svizzero Edoardo Mortara e il già iridato Nyck de Vries, che rientra dopo l’infelice parentesi in Formula 1) e Tata, il colosso indiano proprietario di Jaguar Land Rover.
A parte che nel calendario dal quale oltre a Hyderabad sono sparite anche Città del Capo, Roma e Jakarta, sostituite solo in parte da Tokyo, Misano Adriatico e Shanghai, il mondiale non è cambiato troppo. I piloti sono praticamente gli stessi, anche se con movimenti da una squadra all’altra. Il solo André Lotterer ha lasciato la Formula E per impegnarsi a tempo pieno nel World Endurance Championship con la Porsche e l’unico debuttante è l’indiano Jehan Daruvala, ingaggiato dalla Maserati MSG.
Le scuderie sono sempre 11, una in meno rispetto alle licenze disponibili, e i bolidi elettrici non hanno subito variazioni tecniche, ma solo correzioni e aggiustamenti nel software. La vera grande novità è la ricarica ultrarapida: fino a 4 kWh in 30 secondi. La tecnologia doveva debuttare già la passata stagione, ma i problemi della filiera, il collo di bottiglia dei semiconduttori e la contrarietà delle squadre lo avevano impedito. Doveva venire sperimentata nel corso dei test ufficiali di ottobre a Valencia, ma il rogo divampato in un box aveva indotto la Formula E a rivedere un’altra volta i piani.
A Città del Messico verranno effettuati nuovi test in vista di una veloce adozione, che avverrà tuttavia in Italia, con gli ePrix del 13 e 14 aprile. Per vivacizzare la corsa, i piloti potranno innescare l’Attack Mode (la potenza aggiuntiva da impiegare in gara: a 300 a 350 kW) solo dopo la sosta obbligatoria ai box per il rifornimento di energia. Grazie anche al motore anteriore, ancora impiegato esclusivamente per la rigenerazione (dalla stagione 11 anche per la trazione, anche se solo in determinate situazioni), i piloti devono riuscire a recuperare in gara fino il 50% dell’elettricità di cui necessitano per arrivare al traguardo.