“Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu”. Così, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Lorena Lanceri si rivolgeva al boss Matteo Messina Denaro, firmandosi Diletta. Lancerisi è stata oggi condannata con il rito abbreviato a 13 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per il marito Emanuele Bonafede la condanna è stata di 6 anni e 8 mesi. Una condanna pesante per i due vivandieri, anche in considerazione dello sconto di pena di un terzo previsto con il rito abbreviato. Più pesante per Lanceri, che, secondo quanto ricostruito dalle indagini, con l’ex primula rossa di Castelvetrano aveva un rapporto intimo.
Dalle telecamere posizionate sulla strada di accesso alla casa dei due vivandieri era emerso con quali accorgimenti e con che regolarità il boss andasse da loro. Prima si accertavano che la strada fosse libera, poi arrivava Matteo Messina Denaro che con regolarità mangiava da loro. Le indagini del Ros, coordinati dal capo della procura Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido avevano svelato anche il rapporto intimo tra Lanceri e l’ex latitante, morto lo scorso 25 settembre. I due coniugi erano stati arrestati lo scorso 16 marzo con l’accusa di favoreggiamento poi modificata in concorso esterno.
Dopo l’arresto del boss, il 16 gennaio 2023, gli approfondimenti degli inquirenti hanno permesso di ricostruire i rapporti tra Messina Denaro e i due vivandieri. U Siccu era stato padrino di cresima del figlio della coppia al quale aveva regalo un Rolex. Non a caso il ragazzo, ormai ventenne, si rivolgeva al boss chiamandolo “U padrinu”. Mentre in alcuni pizzini rinvenuti a casa della sorella Rosalia Messina Denaro, Lorena, sotto il falso nome di Diletta scriveva anche: “Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione …. ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti”. Per poi concludere: “Sei un grande anche se non fossi MMD. Tua Diletta”.
Una ricostruzione, quella dell’accusa, rappresentata in aula dai pm Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, ora condivisa in primo grado dal gup del Tribunale di Palermo, Stefania Brambille. Lorena Lanceri è stata condannata anche al risarcimento danni di 45mila euro a favore del Comune di Campobello di Mazara e di 5mila euro a favore dell’associazione antimafia Antonino Caponnetto. Condannato anche il marito, Emanuele Bonafede, ma per cifre inferiori: 5 e 3. Fratello di Andrea Bonafede junior, arrestato lo scorso 7 febbraio assieme al medico di famiglia, Alfonso Tumbarello, e cugino dell’Andrea Bonafede (classe ’63) dal quale Messina Denaro ha preso l’identità per accedere alle cure sanitarie, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Emanuele era anche cugino di Laura Bonafede, l’insegnante considerata per lungo tempo amante del boss, arrestata lo scorso aprile mentre la figlia di lei, Martina Gentile, lo scorso dicembre è stata arrestata pure lei con l’accusa di avere favorito la latitanza del boss.