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“La storia della cassiera che ‘ce la fa’? Nessun fastidio, non potevo girarmi i pollici fino a 29 anni”: Giusy Ferreri si racconta

"... Dovevo mantenermi lavorando anche come cassiera part-time, è stato funzionale per seguire la mia passione. I media calcavano su quell’aspetto e non mi piaceva, poteva sembrare ruffiano nei confronti del pubblico", le parole della cantante in una lunga intevista rilasciata al Corriere della Sera

di F. Q.

Di tormentoni Giusy Ferreri se ne intende. Perché, come fa notare Renato Franco in una lunga intervista alla cantante sul Corriere della Sera, da Roma Bangkok a Non ti scordar mai di me, lei di hit ne ha interpretate veramente tante. E Ferreri commenta: “È stata una sorpresa, non un percorso a cui miravo, ma sono state occasioni da prendere al volo, un valore aggiunto al mio tracciato personale fatto di ballad introspettive e romantiche, mentre quei brani estivi hanno portato al mio repertorio una parentesi più fresca e solare che mancava. La mia personalità mi spinge a raccontare esperienze più malinconiche, fatte di tristezza, di nostalgia o a volte di rabbia”. Insomma, nessuna volontà di rinnegare i brani che le hanno dato il successo, anzi.

E ancora, i ricordi del suo percorso che ha ‘cambiato passo’ con X Factor: “Un talent di cui all’epoca si sapeva poco, pensai di propormi ai provini, era l’ultima occasione”. Un’occasione andata in porto, grazie a Simona Ventura (che, dice, “sento ancora”) ed ecco che esplode la storia della cassiera del supermercato che diventa popstar: “Non mi ha dato fastidio, era la verità. Non potevo certo girarmi i pollici fino a 29 anni sperando nel grande sogno, quindi dovevo mantenermi lavorando anche come cassiera part-time, è stato funzionale per seguire la mia passione. I media calcavano su quell’aspetto e non mi piaceva, poteva sembrare ruffiano nei confronti del pubblico”. Oggi, Ferreri ha scelto di vivere lontano dalla città con la sua famiglia: “Abitiamo tra le campagne di Vigevano e Novara, in una piccola frazione tra le risaie. Viviamo in un paesino di 40 abitanti, che arrivano a 60 compresi cavalli, asini e galline, un luogo che ricorda un clima di altri tempi, atmosfere che fanno venire in mente L’albero degli zoccoli di Olmi. Mi appaga, mi piace stare a contato con la natura, la vita è come in una piccola comune, in uno stato d’animo che non ha niente a che fare con la frenesia. È un bellissimo nido, mi aiuta per l’ispirazione e la concentrazione. Il canto degli uccellini mi dà serenità”.

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