La Spagna procede, l’Italia resta ferma sul no. Sul salario minimo Madrid ha trovato un accordo con i sindacati per aumentare l’importo del 5 per cento. A Roma la ministra del Lavoro Marina Calderone ha confermato che quella non è la soluzione.

In Spagna la cifra del salario minimo attualmente è a 1080 euro e salirà dunque a 1134. L’annuncio del governo Sànchez è arrivato dopo un accordo con i sindacati. A beneficiare di questo nuovo provvedimento dell’esecutivo di centrosinistra saranno oltre due milioni e mezzo di lavoratori, ha sottolineato il segretario di Stato al Lavoro Joaquín Pérez Rey. Il governo aveva tentato di coinvolgere nell’accordo anche le organizzazioni che rappresentano gli industriali: tuttavia, queste si sono slegate dai negoziati dopo aver proposto un aumento del salario minimo iniziale del 3%. L’effetto dell’aumento del salario minimo sarà retroattivo al primo gennaio.

Ma il salario minimo “come importo orario fissato per legge non lo possiamo accettare” ribadisce dal governo italiano di centrodestra la titolare del Lavoro Calderone. “Non è una soglia oraria che cambia gli equilibri e le situazioni di fragilità – afferma in un’intervista a Start, su SkyTg24 – bisogna creare una serie di supporti. In Italia abbiamo un tasso di copertura contrattuale del 95 per cento, abbiamo certamente dei settori in cui la contrattazione collettiva restituisce salari molto bassi, però bisogna guardare ai perché”. Calderone rimarca l’obiettivo di rendere il mercato del lavoro “più strutturato e meno fragile”. Il programma di Calderone è molto più ampio del solo salario minimo: “Bisogna coprire quei settori che ancora sono privi di contrattazione, che sono marginali, combattere lo sfruttamento, il lavoro sommerso, il caporalato. Bisogna guardare a questo tema parlando di salario dignitoso e di pari condizioni tra lavoratori e lavoratrici”.

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