Si pente di scacciare le zanzare perché fa loro del male, ama i ratti perché simpatici, bellissimi anche gli scarafaggi, ma soprattutto a livello di igiene personale è da anni che non si fa una doccia. Ecco a voi l’89enne Fulco Pratesi, fondatore nel 1966 del WWF Italia, e oggi ancora suo presidente onorario, intervistato per l’ennesima volta in pochi anni dal Corriere della Sera. Avesse almeno una biografia da promuovere. Invece niente. Il buon Fulco potrebbe scrivere anche una nuova versione della Divina Commedia, ma non avrebbe mai così tanta attenzione come per la telenovela della doccia. Pratesi è una sorta di Greta Thunberg ante litteram, di Ultima Generazione del soffione inutilizzato, uno che non ha mai chiamato un idraulico per dare un’occhiata al miscelatore. Perché lui non si lava mai, anzi si lava a pezzi. “Mi lavo meno possibile. Con una spugnetta bagnata d’acqua fredda e appena una goccia di sapone. Faccia, ascelle, parti basse”, ha fatto nuovamente sapere.
L’acqua è tremendamente preziosa, in Italia ognuno ne spreca 400 litri al giorno”, ha continuato”. Pratesi è tornato poi sulla doccia. “Mai fatta, da quando giocavo a rugby, tutta quest’acqua che cade in testa mi dà fastidio e secondo me fa perdere i capelli, infatti io li ho ancora belli folti”. Shampoo? Uno ogni 10 giorni. Barba? Una volta al mese. Mentre i denti si lavano con uno spazzolino appena umido. Sciacquone? Una volta ogni tre pipì. Qualcuno si stupisce? “I gorilla non si lavano mai – conclude – l’uomo non è che una scimmia nuda. Un animale sano non puzza. Il mio barboncino Robin fa il bagno ogni tre mesi, per bellezza. Nessuno mi ha mai dato dello zozzone. L’afrore umano non respinge, basta evitare aglio e cipolla. In più non fumo e non bevo”.