Nei giorni scorsi Giletti aveva espresso tutto il suo dispiacere in un'intervista rilasciata al settimanale Gente: “Quello che ho vissuto è stato il tradimento di una persona che consideravo un vero fratello: non voglio parlare della questione giudiziaria, entro nel merito di quella umana"
Le due versioni, per ovvi motivi, non combaciano. Dallo scorso 13 aprile, giorno della cancellazione di “Non è l’Arena“, prosegue il botta e risposta a distanza tra il conduttore Massimo Giletti e l’editore di La7 Urbano Cairo. “C’era un bellissimo rapporto, dopodiché nel momento in cui tu hai una trasmissione come Non è l’Arena che arriva alla sesta stagione e purtroppo perde 140 mila euro a puntata, il che vuol dire 5 milioni all’anno, tu devi pensare se andare avanti oppure no. Siccome noi abbiamo cercato di capire con lui e con il suo agente, a gennaio, se era possibile in qualche modo contenere i costi, si è visto che non era possibile e quindi che non si voleva andare avanti, a quel punto ho detto: tutto sommato tanto vale chiuderla prima“, ha dichiarato Cairo nel corso della sua ospitata a “Un giorno da pecora“.
L’editore ha sempre parlato di questioni economiche, escludendo una forma di censura per alcune inchieste sulla mafia: “Io a Giletti ho lasciato, in sei anni, una libertà assolutamente totale. E Giletti ha dichiarato 10 giorni prima della chiusura che non ha mai avuto tanta libertà come con me e poi, comunque sia, avesse avuto da dire chissà quali cose, anche se non c’è Non è l’Arena, può andare da qualunque altra parte”, ha aggiunto nel programma condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
Quando Lauro ha ricordato che la cancellazione era avvenuta a pochi giorni dalla messa in onda domenicale, il patron di La7 ha così replicato: “Noi parlavamo con Giletti e il suo agente da gennaio, abbiamo capito se era possibile ridurre i costi, non era possibile, una cosa e l’altra, ho pensato: le ultime 8/9 puntate non le facciamo, risparmiamo un pochino, tanto non andremo avanti”.
Nei giorni scorsi Giletti aveva espresso tutto il suo dispiacere in un’intervista rilasciata al settimanale Gente: “Quello che ho vissuto è stato il tradimento di una persona che consideravo un vero fratello: non voglio parlare della questione giudiziaria, entro nel merito di quella umana”. “Non mi sarei mai aspettato che la persona che mi abbracciò quando morì mio padre e che mi trovai all’improvviso alle spalle nella giornata in cui lo seppellivo, potesse, senza dirmi nulla, senza neppure guardarmi negli occhi, senza darmi una parvenza di motivazione, chiudere non solo un programma, ma chiudere un rapporto umano. Nel momento in cui io affrontavo un certo tipo di temi, davvero delicatissimi, la libertà è venuta meno. Non siamo pronti per aprire certi cassetti, evidentemente. Forse Cairo non poteva dirmela, la verità”, aveva concluso il giornalista torinese.
A “Un giorno da pecora” Cairo è tornato anche sulle voci che lo volevano interessato all’acquisto di Mediaset: “Adoro La7. È cresciuta bene, me la tengo volentieri. Mediaset è una grande realtà del paese, ma quando presi La7 perdeva 100 milioni, l’abbiamo risanata. Il prime time è cresciuto, ora è la quinta rete molta vicina a Rai3 e Italia 1″. Proprio su La7 vorrebbe portare Federica Sciarelli: “Una che mi piace tanto è la Sciarelli, è bravissima e con ‘Chi l’ha visto?’ ha fatto delle cose veramente importanti. La cronaca nera da noi non ha mai funzionato tanto su La7, ma con la Sciarelli funzionerebbe. Io l’ho buttata lì…”.