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Cucciolo bruciato vivo dal suo padrone a Palermo, la Lav: “Aron non c’è più”. L’uomo è sotto inchiesta, il Comune sarà parte civile

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Il giovane pitbull bruciato vivo dal suo padrone a Palermo non ce l’ha fatta. “Aron non c’è più. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine”, ha scritto la Lav (Lega anti vivisezione) in un comunicato. Troppo gravi le ustioni, troppo compromessi i reni. E’ il triste epilogo del dramma che la sera del 9 gennaio scorso si è compiuto in pieno centro a Palermo, quando un uomo ha legato il cucciolo a un palo della segnaletica in via delle Croci, nei pressi della chiesa di Santa Maria del Monserrato. L’uomo occupava abusivamente lo spazio, già ingresso di Villa Deliella, costruzione in stile liberty abbattuta nel 1959 durante il cosiddetto sacco di Palermo. Passanti e residenti, vedendo l’animale avvolto dalle fiamme, hanno chiamato la polizia che ha portato via l’uomo dopo che in strada si era formata una folla di persone inferocite. Portato in questura, nel tragitto ha danneggiato anche l’auto degli agenti.

L’animale, un Pitbull con il microchip è stato affidato in cura ad una clinica veterinaria, dove sabato è deceduto. Lo rende noto la Lav di Palermo sul suo profilo Facebook: “Ci hanno appena chiamato dalla clinica – si legge nel post – Aron non c’è più”. Intanto il suo padrone, che non pare aver mostrato pentimento giustificandosi con l’eccessiva aggressività dell’animale, è rimasto a piede libero. Dopo essere stato portato via in manette, infatti, è stato identificato e rilasciato perché per il maltrattamento di animali non è infatti previsto l’arresto. Solo in seguito è arrivata la notizia che l’uomo è sotto inchiesta per maltrattamento. La Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha infatti iscritto l’uomo nel registro delle notizie di reato.

Molte le reazioni che hanno accompagnato l’agonia e poi la morte del cane, dalla società civile alla politica, con tanto di raccolte di firme online che già nelle prime 48 ore avevano raccolto decine di migliaia di adesioni, anche per chiedere l’inasprimento delle pene per i reati contri gli animali. “Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale”, afferma il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, annunciando che “il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda”.

Ma già a pochi giorni dal tragico decesso di Aron, emerge una notizia altrettanto sconvolgente da Rosolini, in provincia di Siracusa, dove è stato ritrovato il corpo senza vita di un altro cane, con una fune attorcigliata al collo. Questa sinistra scoperta è stata fatta da alcuni membri volontari del Partito Animalista Italiano in via Piazza Virgilio.

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