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Il progressista Lai sarà il nuovo presidente di Taiwan. Cina: “Non impedirà riunificazione”. Biden: “Usa contrari a indipendenza di Taipei”

Taiwan resta in mano ai progressisti. Manca solo l’ufficialità, ma con il 95% delle schede scrutinate e 5,3 milioni di voti ottenuti, l’attuale vicepresidente Lai Ching-te, noto come William Lai, diventerà il nuovo presidente dell’isola ribelle. Tanto che anche il suo principale competitor, il candidato del Kuomintang (Kmt) Hou You-ih, ha già ammesso la sconfitta e augurato buon lavoro a Lai.

Il futuro presidente appartenente al Partito democratico progressista (Ppd) ha superato il 40% dei consensi. Il paese si conferma distante dalle posizioni della Cina con la quale è quindi previsto un futuro di nuovi scontri e frizioni. La Repubblica Popolare già nelle ore del voto aveva provocato con dimostrazioni di forza militare. Resta da capire se si riuscirà a formare un esecutivo di maggioranza, dato che al terzo posto si è piazzato il candidato Ko Wen-jie del Partito popolare di Taiwan (Tpp), considerato la terza via.

“Grazie a tutti. Ho fatto del mio meglio, sono molto triste per non essere riuscito a effettuare un cambio di governo. Mi dispiace molto”, ha detto Hou Yu-ih ai suoi sostenitori. E si è poi congratulato con William Lai: “Spero che tutti i partiti possano affrontare le sfide di Taiwan. Abbiamo bisogno di una Taiwan unita. Abbiamo molte questioni e problemi, abbiamo bisogno di un governo che li risolva. E abbiamo bisogno di un governo che sia anche al servizio dei suoi giovani”.

Lai, con un passato a sostegno dell’indipendenza, esulta dicendo che quella di sabato è “una vittoria per la comunità delle democrazie. Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile”. E lancia la prima frecciata alla Cina, con la quale si preannuncia un duro confronto negli anni della sua presidenza: “Il popolo taiwanese ha resistito con successo agli sforzi di forze esterne per influenzare le nostre elezioni. Solo il popolo di Taiwan ha il diritto di scegliere il proprio presidente, confidiamo in questo”.

Proprio Pechino viene definita, nel suo discorso, una minaccia all’autonomia dell’isola, tanto che Lai si dice “determinato a salvaguardare Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni da parte della Cina” e a mantenere lo status quo sulle due sponde dello Stretto. Per riuscirci “userà il dialogo al posto del confronto”.

Da Pechino, dove si sperava in un risultato diverso, sono arrivati a stretto giro avvertimenti per Taipei e i suoi alleati: i risultati “non impediranno l’inevitabile tendenza alla riunificazione della Cina“, ha detto Chen Binhua, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese. “Le elezioni non cambieranno il panorama di base e la tendenza allo sviluppo dei rapporti tra le due sponde dello Stretto e non altereranno l’aspirazione condivisa dei compatrioti dello Stretto di Taiwan a stringere legami più stretti”. E ha poi aggiunto che la Cina si opporrà “con forza alle attività separatiste mirate all’indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere“.

Dopo gli avvertimenti sui pericoli legati a interferenze straniere lanciati dalla Cina, è stato il presidente americano Joe Biden a chiarire la posizione degli Stati Uniti: “Gli Usa non sostengono l’indipendenza di Taiwan”. Dal canto suo, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiamato il neoeletto presidente per congratularsi della vittoria: “Taiwan è una democrazia forte“, ha detto aggiungendo che gli Stati Uniti “sono impegnati a mantenere la pace e la stabilità nelle due sponde dello Stretto e la risoluzione pacifica delle differenze, senza coercizione e pressioni. La partnership tra il popolo americano e il popolo di Taiwan, radicata nei valori democratici, continua ad ampliarsi e ad approfondirsi attraverso i legami economici, culturali e interpersonali”.

Anche l’Unione europea si congratula con Taiwan per l’alta affluenza e, in una nota, ricorda che i “nostri sistemi di governo sono basati sul rispetto dei principi democratici, dello stato di diritto e dei diritti umani. La pace e la stabilità nello stretto di Taiwan sono elementi chiave per la sicurezza e lo sviluppo nella regione e a livello globale. L’Ue resta preoccupata per le crescenti tensioni nell’area e si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiamento dello status quo”.