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Il ritorno di Yu Yu, la popstar di Mon petit garçon: “Ho iniziato a dimagrire, sono arrivata a 36 chili e ho tentato il suicidio. Poi ho accettato un aiuto”

All'anagrafe Giuditta Guizzetti, l'artista, che ora lavora a Ibiza nel settore del turismo, si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera

di F. Q.

Nel 2002 la sua canzone Mon petit garçon divenne un tormentone. Così come la successiva, Bonjour Bonjour. Poi altre uscite, fino al 2013, meno conosciute delle precedenti, seguite da un lungo periodo di lontananza dal microfono. La cantane Yu Yu, pseudonimo di Giuditta Guizzetti, si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera: dall’ascesa dei primi anni di attività, fino all’anoressia e a un tentato suicidio, per arrivare poi al recupero, la cantante ha raccontato dettagli della sua vita più intima e segreta. Oggi, però, assicura “sono diversa” ed è pronta a tornare in uno studio di registrazione. Anzi, ci è già tornata, incidente un nuovo pezzo proprio a Milano “dove è nato il disco del 2002”.

Classe 1976, Yu Yu, racconta al Corriere della Sera che oggi lavora nel turismo, a Ibiza, gestendo “una villa che viene affittata per conto del proprietario e seguo l’ospitalità: colazioni, escursioni, raduni yoga” e che, fino a prima del Covid, aveva un ristorante insieme al compagno Piermario.

Il successo per la cantante è arrivato all’improvviso, tanto che, racconta Guizzetti, anche dopo i primi successi, “quando andavo in televisione a cantare” continuava “a lavorare sugli aerei”. Quando ha inciso il successo, infatti, era una hostess per la Gandald, un vettore con base a Bergamo. “I passeggeri – dice – mi guardavano sbalorditi: ‘lei è la cantante che ieri era in tv’?”. Poi i suoi stessi capi l’hanno spinta a prendere l’aspettativa. Poi è stata la volta di un nuovo grande successo, quello di Bonjour Bonjour. “Yu Yu era ovunque. L’etichetta Emi ha investito tantissimo in un brano (Relax) che, paragonato ai primi, non ha sfondato. Il mercato non mi ha accolto”. Da lì i primi problemi. “Nel 2005 iniziavo a non stare bene: dimagrivo, non esprimevo positività – racconta ancora l’artista – Un po’ alla volta gli amici sedicenti erano spariti. Di colpo non valevo più. Passavo il tempo a non mangiare senza farmi vedere da altri”. “Era un grido disperato, ho impiegato anni per rendermene conto”, dice ancora Yu Yu, sottolineando di aver iniziato poco dopo a lavorare come cameriera in un locale di Bergamo. “Mi riconoscevano: come mai sei qui? Il commento dopo: come è dimagrita. Sono arrivata a 36 chili. Ho toccato il fondo quando ho tentato il suicidio“, racconta ancora nell’intervista al quotidiano di via Solferino. Il momento descritto è delicatissimo, dopo il tentato suicidio, prendendo “tutto ciò che ho in casa per dormire” e bevendo alcolici, e il salvataggio avvenuto grazie alla madre Marie, che “ha avuto un presentimento” ed “è corsa da me”, dovendo aprire la porta con i pompieri, Guizzetti ha capito “che dovevo accettare l’aiuto di chi me lo offriva” e ha deciso quindi di entrare “nel Centro per i disturbi alimentari di Todi, in Umbria: l’indicazione era di Costanzo”. I due, infatti, racconta l’artista, si erano affezionati grazie alle ospitate nel salotto tv del giornalista che, dice Guizzetti, “c’è stato anche quando è calato il sipario”.

Il percorso a Todi è durato quattro mesi e per Yu Yu è stato fondamentale. Per questo per l’artista è un errore il taglio ai finanziamenti per i centri dedicati ai disturbi alimentari. Il periodo di riabilitazione ha prodotto anche un libro, “Il cucchiaio è una culla” che è un diario della battaglia con l’anoressia. Da lì una nuova fiammata di successo: “Anno 2008. Improvvisamente i miei telefoni suonavano ancora, mi invitavano da tutte le parti. Stavo ricadendo nella dinamica di Yu Yu. Un altro caro amico che purtroppo non c’è più mi ha aiutata, Elio Fiorucci. ‘Vai a trovare questo mio conoscente a Ibiza, vive nella natura, ti farà bene’. Un viaggio di cinque giorni, poi rientrata a Bergamo ho deciso: torno. Ho caricato la macchina, preso le mie cose e mi sono trasferita”.

A Ibiza ha cominciato a lavorare come commessa fino alla decisione di aprire un ristorante con il suo compagno con cui ha costruito una famiglia (due figli ndr.). Oggi, conclude, è pronta a tornare con Yu Yu: “Ho scelto di tenere quel nome e stavolta non mi preoccupa per niente. Sono maturata, Giuditta è Giuditta anche senza Yu Yu”.

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