Diventa un caso anche il rilascio del porto d’armi per sicurezza personale a Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia proprietario della pistola dalla quale è partito il colpo che, nel corso di una festa di Capodanno, ha ferito l’operaio 31enne Luca Campana. Perché, da quanto riporta La Stampa, la sua richiesta era stata inizialmente respinta dai Carabinieri, dopo l’ok della Prefettura. E su questo il Pd ha già annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare. Nel frattempo però è arrivata la smentita da parte del comando provinciale dei carabinieri di Biella, che precisa di “non avere espresso alcun parere negativo“. Il comando provinciale specifica di avere comunicato “solo di non essere in possesso di elementi utili di valutazione” rispetto alla richiesta del parlamentare per il rilascio del porto d’armi.
La vicenda inizia dopo l’estate. Pozzolo, che un anno prima aveva trasferito la propria residenza in una baita di montagna a Campiglia Cervo, aveva presentato la sua domanda alla Prefettura di Biella. Il politico, già in possesso di un porto d’armi per motivi sportivi e detentore di diversi fucili, aveva motivato la sua nuova domanda portando sul tavolo del prefetto le numerose minacce ricevute in seguito alla sua partecipazione a un convegno sulla situazione dei cristiani in Iran. Nello specifico, i messaggi di odio arrivavano da esponenti vicini al governo di Teheran.
A Biella, però, da anni è in corso una stretta sul rilascio del porto d’armi e anche nel caso di Pozzolo si è deciso di analizzare la sua posizione più a fondo, richiedendo anche il parere della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Secondo La Stampa, i militari dell’Arma, nonostante la posizione pubblica di Pozzolo, ritengono che le minacce presentate non siano sufficienti a giustificare il rilascio del porto d’armi per difesa personale. Il comando provinciale invece chiarisce di non aver dato un parere negativo, ma di aver risposto di non avere elementi per fare una valutazione.
Fatto sta che a metà dicembre dalla Prefettura arriva il tanto agognato permesso che, dopo i fatti di Rosazza, è già stato sospeso, mentre sono in corso anche le pratiche sul ritiro delle armi sportive precedentemente detenute da Pozzolo. Adesso, però, ciò che conta è stabilire di chi era la mano che ha armato la pistola ed esploso il colpo che ha ferito Campana. Il deputato continua a ripetere che non è stato lui a sparare, ma che racconterà tutto alla Procura.
Le opposizioni, però, non mollano la presa e Federico Fornaro, dell’Ufficio di Presidenza del gruppo Pd alla Camera, ha annunciato che presenterà “un’interrogazione urgente al ministro Piantedosi sulla vicenda del rilascio del porto d’armi al deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, da parte della Prefettura di Biella, nonostante il parere negativo dei Carabinieri. Se fosse confermata questa circostanza, crediamo si renderebbe necessario un immediato intervento del ministro dell’Interno Piantedosi per verificare le ragioni di questa procedura alquanto irrituale seguita dalla Prefettura biellese. La prassi, infatti, è esattamente opposta: se i Carabinieri esprimono parere negativo al rilascio del porto d’armi a un cittadino, questo viene negato. Perché nel caso del deputato Pozzolo si è comportata in maniera differente? Hanno prevalso altre motivazioni o raccomandazioni eccellenti? E se sì, quali? È necessario avere piena chiarezza quanto prima visto che grazie a quel porto d’armi il deputato Pozzolo poteva girare armato la sera di Capodanno a Rosazza”.