"Non credevamo che queste menti fossero così ottenebrate dalla voglia di bigottismo e dalla esagerata oscura e mediocre visione di quello che è la satira, l'ironia. Questa non è la televisione del Vaticano, è la tv di Stato", si è sfogato il comico napoletano.
La Rai ha mandato in onda la gag di due comici sulla Natività, apriti cielo. Il 26 dicembre, durante la trasmissione di Rai2 “Da Natale a Santo Stefano”, Biagio Izzo e Francesco Paolantoni hanno realizzato una parodia della scena natalizia. Il primo interpretando una Maria intenta a dialogare con gli angeli, il secondo quello di un Giuseppe stupito da una gravidanza inattesa. Tanto è bastato perché piovessero critiche. Da Carlo Giovanardi a Maurizio Gasparri e a partire dai Pro Vita, tutti a denunciare la “blasfemia” dello sketch andato in onda nel giorno di Santo Stefano. Finché uno dei due comici ha risposto per le rime. “Bigotti, razzisti, oscurantisti”, si è sfogato Paolantoni, che si dice preoccupato: “Questa Rai mi fa paura”.
Ma partiamo dalle critiche e cominciamo dall’ultima, quella del senatore di Forza Italia Gasparri. Tra le numerose dichiarazioni rilasciate in questi giorni, non ha mancato di dedicarne una alla scenetta natalizia. Giusto il tempo di rientrare al lavoro e il 12 gennaio si scaglia contro trasmissione e parodia. Di più: deposita un’interrogazione ai vertici della Rai in commissione di Vigilanza dove definisce “blasfema” la rappresentazione, dove cita addirittura l’uomo travestito da Vergine Maria, e chiede se l’azienda non la ritenga “offensiva e tale da urtare fortemente la sensibilità dei telespettatori, credenti e non solo, e quali iniziative intenda intraprendere in merito”. In sostanza, ha spiegato Gasparri, “si è trattato di una volgare parodia della Sacra Famiglia trasmessa su un canale del servizio pubblico proprio nei giorni in cui il mondo cattolico festeggia la Natività”.
Lo scorso 26 dicembre è andata in onda su @RaiDue la trasmissione “Da Natale a Santo Stefano”, presentata da Stefano De Martino dove Biagio Izzo e Francesco Paolantoni hanno messo in scena una rappresentazione blasfema e volgare della Natività.
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— Jacopo Coghe (@jacopocoghe) January 8, 2024
“Sdegnati e indignati” anche Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, e Giovanardi, fondatore di Popolo e Libertà, che si sono scagliati contro la rappresentazione, descrivendola come uno “scimmiottamento della Natività dissacrante e di pessimo gusto, con san Giuseppe che lamenta di essere stato operato alla prostata e pertanto incapace a procreare e con un uomo travestito da Vergine Maria, rappresentata come madre svampita che dialoga con un angelo da macchietta”. “Io, così cattolico e fedele, mai avrei pensato a una reazione del genere”, ha commentato Izzo. “Pro Vita Famiglia – ha scritto Coghe su X – insieme all’On. Giovanardi ha chiesto alla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI di prendere provvedimenti, valutare se trasmissioni di questo genere siano compatibili con le funzioni della TV pubblica e di offrire garanzie affinché in futuro non si ripetano più episodi simili”.
“Chiediamo scusa se magari abbiamo toccato la suscettibilità di qualcheduno, non era nostra intenzione, noi volevamo solo far divertire la gente. Non c’è polemica e spero che la cosa si chiuda in modo tranquillo”, ha aggiunto. Decisamente meno conciliante, il collega Paolantoni ha rilasciato un’intervista a Fanpage. E risposto alle critiche: “Non credevamo che queste menti fossero così ottenebrate dalla voglia di bigottismo e dalla esagerata oscura e mediocre visione di quello che è la satira, l’ironia. Questa non è la televisione del Vaticano, è la tv di Stato. Non capisco perché la tv di Stato laico dovrebbe impedire una cosa del genere. C’è libera espressione. A me queste cose mi sanno di oscurantismo, di dittatura, di una roba antica. Mi fanno paura”. Definisce la polemica “vergognosa” e aggiunge: “Professano di essere cristiani e poi danno dimostrazioni di aggressività e mancanza di democrazia. Che cristiani sono?”. Quanto all’opportunità di criticare addirittura per il travestimento da Vergine Maria, oltre a ricordare che c’aveva già pensato Massimo Troisi con la sua Smorfia, Paolantoni rilancia: “C’è del sottile razzismo, sessismo, sotto queste robe. In quel momento era un attore che interpretava la Madonna in maniera ironica e satirica. Non c’era volontà di offesa, ma solo la voglia di mettere in piedi una roba divertente: sono esaltati, è quella la cosa drammatica”.