Per otto giorni è rimasto in coma farmacologico nella speranza che i medici potessero operarlo dopo la frattura di una vertebra, ma i danni cerebrali riportati erano troppo gravi e il 15 gennaio il pilota catalano di 45 anni, Carles Falcon, è diventato l’ultima vittima della Dakar. A darne notizia è stato il team TwinTrail con il quale il motociclista aveva deciso di correre lo storico rally del deserto che negli ultimi anni si è tenuto in Arabia Saudita. “L’equipe medica ha confermato che il danno neurologico causato dall’arresto cardiorespiratorio al momento dell’incidente è irreversibile. Ci ha lasciato”, hanno scritto in un comunicato.

Falcon è la 78esima vittima delle dune in 46 edizioni della competizione, nata come Parigi-Dakar, poi spostatasi in Sud America per motivi legati alla sicurezza nell’area del Sahel e infine approdata nel Golfo negli ultimi cinque anni. “Carlos era una persona sorridente, sempre attiva, che amava con passione tutto ciò che faceva, soprattutto le moto. Ci ha lasciato facendo qualcosa che era il suo sogno, correre la Dakar. Si stava divertendo, era felice in moto. Dobbiamo ricordarlo per il suo sorriso e per la felicità che ha suscitato in tutti”, aggiunge il team.

Il catalano non era un rookie, quella di quest’anno era la sua seconda Dakar. Ma, a detta dei veterani e dei partecipanti, quest’anno il desert rally più famoso del mondo ha presentato tracciati, percorrenze e insidie ben più alti rispetto alle passate edizioni. Centinaia di chilometri di pietraie molto tecniche, dune altissime e insidie nascoste sotto il cosiddetto fech fech, una sabbia morbida e fine che all’apparenza sembra però un terreno più compatto. Il tutto con tappe che, tra prove speciali e trasferimenti, impegnano i piloti anche per 9 ore consecutive.

Il pilota era caduto pesantemente di testa al chilometro 448 della seconda tappa ed è stato rianimato da un’équipe medica inviata sul luogo dell’incidente prima di essere trasportato in aereo all’ospedale Al-Duwadimi. È stato immediatamente posto in coma farmacologico e trasferito all’ospedale di Riyad per un intervento chirurgico d’urgenza, prima di essere rimpatriato pochi giorni dopo in Spagna.

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