FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano. Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.

Settimana dall’ 8/1 al 14/1/2024

FdI 28,6%
PD 19,2%
M5S 16,4%
Lega 9%
FI 7,8%
Azione 3,9%
AVS 3,5%
IV 3,1%
+Europa 2,6%
Altri 5,9%

La campagna elettorale per il voto alle Europee di giugno 2024 sembra già entrata nel vivo, almeno da un punto di vista giornalistico. Tutti i giorni si leggono retroscena legati alla probabile candidatura della premier Meloni o della segretaria Pd Elly Schlein e (complici le elezioni regionali in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Umbria) di screzi, più che presunti, tra gli alleati del destra-centro.

Al momento l’unica certezza che arriva dall’analisi dei sondaggi è la cristallizzazione del consenso ai partiti, come non accadeva da tempo. Mentre si fa largo il sospetto che gli Istituti non riescano ancora, per calcolo o per indolenza, a registrare segnali di una qualche sorpresa in arrivo alle Europee.

FdI (28,6%), sebbene investito da molte polemiche intorno ad alcuni dei suoi eletti, mantiene saldamente la sua cifra, più alta del risultato delle Politiche 2022. Segno che la fascinazione della Meloni sugli italiani resiste.

Il Partito Democratico (19,2%) invece non riesce ad andare oltre quel risultato. Non un buon segnale dopo un anno e mezzo e nonostante il cambio di segretario. Sembra quasi che il serbatoio di voti da cui attingere sia precluso ai Dem. Serbatoio a cui, infatti, fa buona guardia il M5S di Giuseppe Conte (16,4% medio negli ultimi sette giorni).

La Lega di Matteo Salvini è invece il vero osservato speciale di questi mesi. Il suo 9% è davvero ben poca cosa rispetto ai fasti di 3-4 anni fa, ma il suo risultato, buono o cattivo, nei prossimi mesi potrebbe davvero segnare un punto di svolta nel panorama politico.

Analogo discorso per Forza Italia, oggi al 7,8%, un dato forse ancora troppo “berlusconiano” e per il quale Tajani firmerebbe. L’assenza del fondatore difficilmente condurrà a risultati superiori al 6%.

Arrancano Azione (3,9%), AVS-Verdi Sinistra (3,5%), ItaliaViva (3,1%) e +Europa (2,6%). Per alcuni di questi coalizzarsi sarà una necessità.

Fonte: Swg, Izi, Eumetra, Tecnè

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