Giovanna Pedretti è uscita di casa prima dell’alba, intorno alle 4 del mattino. Da allora non si hanno più avute sue notizie, fino al ritrovamento della sua Fiat Panda beige da parte dei carabinieri poco dopo le ore 14. Lì vicino, sulle rive del fiume Lambro nei pressi del ponte di Sant’Angelo Lodigiano, è stato trovato il suo corpo. È questo quello che sappiamo sulle ultime ore di vita della ristoratrice 59enne, trovata morta domenica pomeriggio dopo che il marito si era accorto della sua assenza e in mattinata aveva fatto scattare l’allarme. Giovanna Pedretti è la titolare della pizzeria “Le Vignole“, finita al centro di un caso mediatico perché aveva pubblicato una recensione negativa sul suo locale, che veniva criticato per la presenza di gay e disabili. Oltre alla recensione, Pedretti aveva pubblicato anche la sua dura risposta, che le era valsa perfino il plauso della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Nelle ultime ore, però, in molti avevano avanzato dubbi sulla veridicità della recensione e della relativa risposta. Dubbi a cui la donna, intervistata dal Tg3, aveva replicato con risposte evasive.
La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta, senza per ora ipotesi di reato, in relazione alla morte di Giovanna Pedretti. Contestualmente, è stata disposta l’autopsia sul cadavere della donna, che ha lasciato il marito e una figlia. Il fascicolo è in mano al procuratore Maurizio Romanelli. I filmati delle telecamere di casa mostrano la 59enne che esce dalla sua abitazione, situata sopra il ristorante, intorno alle ore 4 del mattino di domenica. Da quel momento, ha fatto perdere le sue tracce. Per ora, la pista seguita dagli inquirenti è quella del suicidio, ma restano ancora diversi aspetti da chiarire.
Anche per questo la Panda di Giovanna Pedretti è sotto sequestro per consentire agli investigatori di fare ulteriori accertamenti ed escludere altre ipotesi. Dentro e fuori dall’auto della donna, parcheggiata vicino alla zona in cui i sommozzatori hanno ripescato il cadavere dal fiume, c’erano numerose tracce di sangue. Il corpo della 59enne è stato già esaminato sul posto dal medico legale, ma sarà solo l’autopsia a chiarire quali siano state le cause della morte. Gli inquirenti disporranno anche approfondimenti tecnici sul telefono e sul computer di Pedretti, sia per ricostruire gli aspetti della sua vita personale, sia per far luce sulla vicenda della recensione. Anche i commenti negativi contro la donna sui social saranno esaminati dagli inquirenti, per capire se possa essere stata eventualmente l’ondata di critiche a spingere la 59enne al gesto estremo. Nell’auto della donna e nella casa, che si trova sopra al ristorante, non è stato trovato alcun biglietto di addio, ma proseguono le indagini per trovare sui dispositivi a lei in uso eventuali messaggi che possano spiegare la sua morte.
Per ora però il gesto volontario resta la ricostruzione più accreditata. La titolare della pizzeria Le Vignole nei giorni scorsi aveva pubblicato una vecchia recensione sul suo ristorante di un cliente che si lamentava per avere mangiato accanto ad un tavolo con una coppia omosessuale e un ragazzino disabile. Nello screenshot si vedeva anche la dura risposta di Giovanna Pedretti, che difendeva gay e disabili e invitava il cliente a non presentarsi mai più nel locale. La recensione era della scorsa estate ed era stata poi cancellata, ha spiegato la donna, dicendo appunto di aver conservato solo uno screenshot. Un elemento, questo del post cancellato, che ha destato i primi sospetti di non veridicità della recensione e della relativa risposta. Altri dubbi riguardano i font del testo postato dalla 59enne, che non corrispondono a quelli utilizzati da Google. Giovanna Pedretti, intervistata dalle tv nella giornata di sabato, sul punto era apparsa in difficoltà: “Non vorrei essere caduta in una trappola”, aveva risposto all’inviato del Tg3, ripetendo più volte di “non avere una risposta” alle domande che le venivano poste.