Cronaca

Giovanna Pedretti era stata sentita in Questura: la polizia indagava sulla recensione contro gay e i disabili

Giovanna Pedretti era stata sentita in Questura. È il nuovo particolare che emerge mentre i carabinieri, su mandato della Procura di Lodi, stanno indagando per ricostruire le ultime ore di vita della ristoratrice 59enne, trovata morta domenica pomeriggio nel fiume Lambro a Sant’Angelo Lodigiano. La titolare della pizzeria “Le Vignole” era diventata nei giorni scorsi la protagonista del caso della recensione di un presunto cliente contro gay e disabili. Dopo il ritrovamento del corpo di Giovanna Pedretti, la prima ipotesi seguita dagli inquirenti è quella del suicidio. Una pista collegata anche alle ricostruzioni che hanno sollevato dubbi sulla veridicità della recensione. Ora però emerge che la 59enne era stata chiamata in Questura come persona informata sui fatti dalla polizia che indagava sulla possibilità che nella recensione si prefigurasse il reato di istigazione all’odio.

Gli agenti quindi stavano cercando di risalire all’identità del cliente che avrebbe postato la recensione negativa sul suo locale, che veniva criticato per la presenza di gay e disabili. Giovanna Pedretti aveva pubblicato lo screenshot di quella recensione, compresa la sua dura risposta, in cui difendeva gay e disabili e invitava il cliente a non presentarsi mai più nel locale. Una replica che le era valsa perfino il plauso della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. La recensione era della scorsa estate ed era stata poi cancellata, aveva spiegato la stessa 59enne, dicendo appunto di aver conservato solo uno screenshot. Un elemento, questo del post cancellato, che aveva destato i primi sospetti di non veridicità della recensione e della relativa risposta. Altri dubbi riguardano i font del testo postato dalla 59enne, che non corrispondono a quelli utilizzati da Google. Anche il Tg3 aveva dedicato un servizio al caso, chiedendo spiegazioni alla stessa Pedretti sulla possibile non autenticità del suo racconto. Domande a cui lei aveva risposto in maniera evasiva.

Nel frattempo la procura di Lodi ha sequestrato l’auto e disposto l’autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti,. L’ipotesi più accreditata al momento resta quella del suicidio, anche se la dinamica è ancora da chiarire: dentro e fuori dall’auto della donna, una Panda beige, parcheggiata vicino alla zona in cui i sommozzatori hanno ripescato il cadavere dal fiume, c’erano numerose tracce di sangue. Gli inquirenti disporranno anche approfondimenti tecnici sul telefono e sul computer di Pedretti, sia per ricostruire gli aspetti della sua vita personale, sia per far luce appunto sulla vicenda della recensione. Anche i commenti negativi sui social saranno esaminati dagli inquirenti, per capire se possa essere stata eventualmente l’ondata di critiche a spingere la 59enne al gesto estremo.