Tra meno di dieci giorni migliaia di ragazzi e di famiglie dovranno scegliere la scuola che segnerà il loro futuro. Il click day è stato fissato dal ministero dell’Istruzione e del merito per il 18 gennaio. Da quel momento fino al 10 febbraio a mezzanotte, nella maggior parte delle Regioni (in Valle d’Aosta sono già partite l’8 e terminano alle ore venti del 2 febbraio; in provincia di Bolzano per l’infanzia dall’8 al 16 gennaio mentre per la primaria dal 10 al 24 gennaio e per la secondaria di secondo grado dal 15 gennaio per un mese; in provincia di Trento dalle 8 dell’8 gennaio alle 20 del 10 febbraio), mamme e papà attraverso la piattaforma “Unica”, potranno scegliere in quale istituto far cominciare il primo anno di scuola primaria (6-10 anni), secondaria di primo grado (ex media) o secondaria di secondo grado (ex superiori), compresi i corsi di corsi di istruzione e formazione dei centri di formazione professionale regionali.
Quest’anno c’è una novità: i docenti tutor, voluti dal ministro Giuseppe Valditara. Gli studenti delle circa 70mila classi del secondo biennio e dell’ultimo anno della secondaria di secondo grado, avranno a disposizione dei docenti che li potranno aiutare nei momenti di scelta relativi al percorso di studio e di lavoro. Il ministero conta su una squadra di 59mila insegnanti che hanno deciso di frequentare i corsi di formazione organizzati in collaborazione con Indire a partire da settembre scorso, pronti ad aiutare i ragazzi e le famiglie a familiarizzare con E-portfolio (uno strumento digitale che raccoglie tutte le informazioni sul percorso scolastico, sulle competenze maturate negli anni e sulle esperienze formative svolte) disponibili sulla piattaforma digitale “Unica”.
Ma vediamo passo per passo che cosa bisogna fare per effettuare un’iscrizione e proviamo a darvi qualche consiglio dettato da esperti in orientamento. Primo passaggio: basta carta, almeno alle statali e all’infanzia! Le iscrizioni on line sono obbligatorie per le classi prime delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado statali e facoltative per le paritarie. Secondo strumento essenziale: per accedere a “Unica” è necessario se sei genitore o eserciti la responsabilità genitoriale su alunni o studenti da iscrivere, avere l’identità digitale Spid, Cie, Cns o eIdas.
Il meccanismo per iscriversi si articola in tre momenti. Uno: al primo accesso ti viene chiesto di confermare o completare i tuoi dati personali per iniziare a compilare la domanda che si compone di tre sezioni dove immettere i dati dell’alunno, della famiglia e di almeno una scuola, quella di prima scelta. Quelle indicate come seconda e terza scelta saranno coinvolte, una dopo l’altra, solo nel caso in cui la prima non abbia disponibilità di posti per il nuovo anno scolastico. Le sezioni della domanda possono essere compilate in tempi diversi e, quindi, se si desidera fare una pausa, si possono salvare le informazioni inserite senza inoltrare la domanda.
Due: visualizzata l’anteprima della domanda per verificare la correttezza dei dati inseriti, si può effettuare l’inoltro. La domanda sarà inviata alla scuola che hai indicato come prima scelta. Riceverai un’email a conferma dell’invio. Una volta mandata non può essere modificata. Se si devono fare delle modifiche va contattata la scuola destinataria che può rimetterla a tua disposizione entro il termine delle iscrizioni. Tre: terminato il periodo riservato alle iscrizioni, la scuola di destinazione che ha preso in carico la domanda conferma l’accettazione oppure, in caso di indisponibilità di posti, la indirizza all’istituto indicato come alternativo.
Cosa scegliere – La scuola primaria è obbligatoria per tutti i bambini presenti sul territorio nazionale, indipendentemente dalla cittadinanza, che abbiano compiuto i sei anni di età entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Su richiesta, anche i fanciulli che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento, possono fare domanda. L’orario settimanale delle lezioni può variare in base alla prevalenza delle scelte delle famiglie da 24 a 27 ore, estendendosi fino a 30 ore in base alla disponibilità di organico dei docenti. Per attivare una classe a 24 ore si deve raggiungere il numero minimo di 15 iscritti. Le famiglie possono chiedere anche il tempo pieno di 40 ore settimanali che viene autorizzato in base alla disponibilità dei posti, dell’organico dei docenti e dei servizi disponibili nella singola scuola. Sulla base della delibera del consiglio di istituto, si definisce l’organizzazione dell’orario scolastico in sei o cinque giorni settimanali, con o senza rientri pomeridiani per le classi a 24, 27 e 30 ore.
Le classi sono costituite di norma da un numero minimo di quindici alunni e uno massimo di ventisei (elevabile fino a 27 se si costituisce una sola classe o non è possibile trasferire l’iscrizione ad altra scuola). Se il numero delle iscrizioni non consente di formare una classe da quindici studenti, è possibile attivare le pluriclassi (sezioni con alunni che frequentano differenti anni di corso) che devono accogliere tra gli 8 e i 18 iscritti.
La scuola secondaria di primo grado ha una durata di tre anni ed è anch’essa obbligatoria. L’orario annuale necessario delle lezioni è di 990 ore complessive, corrispondenti a 29 ore settimanali più 33 ore annuali di approfondimento degli insegnamenti di materie letterarie. In base alla disponibilità dei posti e dei servizi attivati, possono essere organizzate classi a tempo prolungato con un orario pari a 36 ore settimanali di attività di insegnamento, elevabili fino a 40, comprensive del tempo dedicato alla mensa. Le classi prime sono costituite, di norma, con un minimo di 18 alunni e un massimo di 27. Nel caso di classi che accolgono alunni con disabilità gli alunni non possono essere più di venti. Alcune istituzioni scolastiche, possono attivare percorsi a indirizzo musicale, che aggiungono alle discipline tradizionali lo studio di uno strumento musicale. Per accedere ai percorsi a indirizzo musicale l’alunno deve effettuare una prova orientativo-attitudinale: le attività di lezione strumentale sia individuale sia collettiva si svolgono per tre ore settimanali aggiuntive anche organizzate su base plurisettimanale (99 annuali).
La scuola secondaria di secondo grado fa parte del secondo ciclo di istruzione ed è composta da vari percorsi: i licei, gli istituti tecnici, gli istituti professionali. Il sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP) si articola in percorsi di durata triennale e quadriennale. I licei possono essere classico, scientifico (a preferenza con l’opzione sportiva), linguistico, musicale coreutico, scienze umane (con opzione economica sociale). Da quest’anno inoltre parte il liceo Made in Italy, di cui il nostro giornale ha già parlato. Gli istituti tecnici prevedono due settori, quello economico e quello tecnologico, e undici indirizzi. I percorsi di Istruzione professionale prevedono un biennio unitario e un triennio finalizzato ad approfondire la formazione degli studenti secondo le possibili declinazioni dell’indirizzo specifico e sono caratterizzati da undici indirizzi di studio. I percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) sono pensati, invece, per gli studenti che intendano acquisire una preparazione specifica per l’ingresso nel mondo del lavoro e durano di tre o quattro anni.
Come scegliere una scuola – Sulla Rete sono ormai numerosi gli strumenti che possono aiutare gli studenti e i genitori a orientarsi. Sulla piattaforma “Unica” ci sono le statistiche sui percorsi di studio e sull’accesso al mondo del lavoro così come c’è il link a “Scuola in chiaro” che permette di vedere le caratteristiche (numero di docenti, risorse finanziari, organizzative, laboratori etc) di ogni scuola d’Italia. Da anni, la fondazione Giovanni Agnelli mette a disposizione il progetto Eduscopio.it che valuta gli esiti successivi della formazione secondaria – i risultati universitari e lavorativi dei diplomati – per trarne delle indicazioni di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui essi provengono.
Cosa dicono gli esperti – A non avere alcun dubbio su come individuare la scuola primaria migliore per il proprio figlio è il pedagogista Daniele Novara, autore del recentissimo “Educati e felici” realizzato con il Comune di San Donato Milanese, per aiutare i genitori ad avere informazioni che consentono di fare le mosse giuste in modo che i figli possano star bene a scuola. Un lavoro editoriale per ora rivolto alla prima fascia d’età ma presto anche ai più grandi. “La domanda chiave da fare alle maestre è: cosa fate in caso i bambini litigassero? La risposta fa da spartiacque tra una scuola pedagogica e un tribunale. Dei bravi insegnanti sanno trasformare gli incidenti di percorso in occasioni di apprendimento senza colpevolizzare i bambini”, spiega lo scrittore. Altro consiglio: “Dare un’occhiata a come sono collocati i banchi: capire se c’è una visione ancora cattedratica o se c’è un lavoro sociale tra gli alunni quindi una scuola attiva dove si vive il principio dell’aiuto reciproco”.
E alla secondaria? – “Bisogna capire se ci sono progetti tra insegnanti o ogni docente è un’isola, barricato nella sua materia ad aspettare la campanella per accedere alla sua ora. Dev’esserci teatro, arte, musica, scrittura, educazione alla cittadinanza, sport. Una scuola dove i professori collaborino mettendo a disposizione le loro discipline altrimenti scimmiottano le superiori”. “Da soli non possono fare questa scelta devono farsi aiutare dalle figure di riferimento: insegnanti, genitori”. A lanciare questo appello è Rossella Grandi, psicologa, specializzata in orientamento. A Novara, e non solo, si dedica ogni giorno ad accompagnare i ragazzi nel percorso scolastico: “Alla fine decidono loro ma gli serve chi li orienta”. Da Grandi arrivano consigli validi anche per gli Open Day: “Lo dico ai ragazzi. Non chiedete se la scuola è facile o difficile ma guardate i quadri orari perché lì ci sono tutte le informazioni importanti. Se ci sono discipline che non conoscete, informatevi con i compagni più grandi di cosa si tratta”. La psicologa piemontese non punta il dito contro i dati ma li ritiene solo uno strumento: “Serve una riflessione realistica, bisogna pensare al futuro in breve termine ma i lavori cambiano così come le competenze. Le statistiche non devono essere l’unico criterio con cui si sceglie: non si possono forzare le passioni, le capacità per andare in una direzione lavorativa piuttosto che un’altra”.
“Agli Open Day, le giornate dedicate a far conoscere le scuole, non ci devono andare solo mamme e papà ma devono metterci piedi i ragazzi perché loro hanno antenne che noi adulti non abbiamo”. A dare questo prezioso consiglio è una delle storiche figure legate al mondo dell’orientamento, Francesco Dell’Oro, responsabile per decenni del servizio orientamento del Comune di Milano, autore di “Cercasi scuola disperatamente”; “La scuola di Lucignolo – Le ragioni del disagio scolastico e come aiutare i nostri ragazzi a superarlo” per Feltrinelli.
Dell’Oro si è fatto una tale esperienza da avere un bagaglio di consigli. Il primo che ci suggerisce è rivolto ai giovani che devono optare per una secondaria o l’altra: “Una scuola richiede impegno e fatica ma mai sofferenza. I ragazzi devono scegliere in base a passioni, interessi e tanta curiosità”. Per lo scrittore le indagini, i numeri, le statistiche non servono: “I nostri giudizi sono impregnati da una formazione troppo scolastica”. Invece, ecco un altro punto di vista: l’orientamento non finisce a febbraio con l’inoltro della domanda. “Si può sbagliare ma i primi mesi di scuola sono una fase dell’orientamento. Si può tornare indietro”, sottolinea Dell’Oro.