“Le condanne ci sono, ma siamo amareggiati.Non hanno avuto il coraggio di chiuderla qui“. Dopo il verdetto della Cassazione sulla strage di Viareggio, tra i familiari delle vittime prevale l’amarezza. Pur confermando le condanne, la Corte ha rinviato il processo ancora in Appello limitatamente alle attenuanti generiche per alcuni imputati, tra i quali anche l’ex amministratore delegato di di Fs e Rfi, Mauro Moretti. Questo significherà ancora tempo prima che la vicenda processuale si chiuda, con tanto di carcere evitato, come precisato anche dagli avvocati.
“Avremo ancora da aspettare prima che ci sia una sentenza davvero definitiva. Condanne ci sono, ma manca la quantificazione. Le richieste di condanna all’inizio di questo processo erano di 14 o 10 anni per ciascun imputato, ora siamo a 5 anni, ma dovremo tornare a Firenze, con pene rideterminate probabilmente al ribasso. E nel frattempo sono passati 15 anni. Evidente che il passare del tempo ha smontato l’entusiasmo pure dell’ultimo dei giudici. Nessuno per ora andrà in carcere. Ci sono i responsabili, si sa chi è stato, ma nessuno andrà in carcere“, ha spiegato Tiziano Nicoletti, avvocato delle parti civili.
“Oggi prevale l’amarezza, il protrarsi di altri due o tre anni è uno sfregio. I giudici dovevano avere il coraggio di finirla qui, dato che hanno rigettato i ricorsi. Questo mi sembra un inchino al potere“, spiega pure Daniela Rombi, vicepresidente dell’associazione “il Mondo che vorrei”. E ancora: “Giustizia dimezzata? Neanche più un brandello…”, spiega amareggiata. Mentre il presidente Marco Piagentini rivendica: “Hanno rigettato i ricorsi, da questo punto di vista sono colpevoli e condannati. Il ritorno in Appello è il problema della giustizia italiana. Ma la condanna c’è. Da domani mi auguro che da domani venga tolto già il cavalierato del Lavoro a Mauro Moretti”.
Dall’avvocata di Moretti, Ambra Giovene, invece, arriva la conferma che non esisterà il rischio del carcere per il suo assistito: “Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti per Moretti. Il carcere non lo rischia sicuramente, la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni. Rimane la responsabilità che viene acclarata. Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all’esito conclusivo di questa vicenda perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti perché sono profondamente convinta che è questo che emerge dagli atti del processo”.