Due suicidi in 24 ore nel carcere napoletano di Poggioreale. Un detenuto 38enne di origine marocchina si è tolto la vita questa mattina, a poche ore di distanza dal 40enne della provincia di Napoli che si è impiccato lunedì 15 gennaio nel reparto Torino del penitenziario napoletano. E così il numero di morti in carcere nelle prime due settimane del 2024 sale a 19, di cui 5 autoinflitte. Le ragioni di tali gesti sono varie e complesse, non ultimo il problema del sovraffollamento, che coinvolge anche Poggioreale. Secondo il Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – il carcere napoletano è infatti uno dei penitenziari più affollati d’Europa. E una nota del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale segnala: “Lo stato di sovraffollamento degli Istituti penitenziari italiani non può attendere”.

Sul doppio suicidio è intervenuto anche Aldo Di Giacomo, vicesegretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp: “Il secondo suicidio a Poggioreale in 24 ore non può ridursi al solito rituale di commozione e rammarico”. E spiega: “Solo poche ore fa il sottosegretario Delmastro nella visita al carcere di Salerno ha parlato di ‘segnali di luce in fondo al tunnel’. Non so quali segnali abbia visto il sottosegretario, purtroppo la realtà che vivono e vedono gli agenti penitenziari è un’altra ed è ben differente“. Già dopo il suicidio del 40enne – condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’ex compagna Ylenia Lombardo – Di Giacomo aveva parlato “dell’ennesimo gravissimo episodio all’interno del carcere”, e si era rivolto al Governo con un appello: “Chi ne paga le conseguenze sono i più giovani e coloro che hanno problemi psichiatrici come questo detenuto. Occorre che il Governo si faccia carico di questa situazione. Non è più possibile assistere a questa che è una vera e propria strage“.

Di Giacomo, riflettendo sull’attuale andamento delle morti di persone detenute, ha inoltre ricordato che “nel 2023 i suicidi sono stati 69 più 88 detenuti morti ‘per altre cause’. Rispetto alla popolazione carceraria media annuale, nel 2022 ci sono stati 15,2 suicidi ogni 10mila persone, mentre nel 2021 erano stati 10,8 ogni 10mila”. La scelta estrema di togliersi la vita, secondo il vicesegretario e i dati a sua disposizione, coinvolge perlopiù detenuti giovani, stranieri o con problemi psicologici o psichiatrici: “L’identikit del detenuto suicida si caratterizza per età, sempre più giovane, per problemi mentali e cresce il numero di stranieri. Chi rappresenta il Governo per la gestione del personale penitenziario abbia l’onestà morale di ammettere il fallimento e si faccia da parte”.

“Stanotte si è suicidato nel carcere di Poggioreale un marocchino senza fissa dimora, entrato a Poggioreale il 20 dicembre 2023. Partiamo da questo tema aspro e cruciale per riflettere tutti insieme sull’aumento delle morti nelle carceri” ha affermato invece Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale. “I dati drammatici delle morti in carcere dall’inizio dell’anno rischiano di far diventare il carcere un ospizio dei poveri. Ritengo che tutti debbano fare la loro parte, dagli enti locali, dalla sanità penitenziaria, dal Dap, dalle Direzioni delle carceri, dalle aree educative, dal mondo del volontariato e dal terzo settore”.

A proposito del problema strutturale del sovraffollamento, del resto, si esprime anche una nota del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. La nota segnala “che lo stato di sovraffollamento degli Istituti penitenziari italiani non può attendere i tempi di progetti edilizi di diverso genere e non è colmato dalla realizzazione dei nuovi 8 padiglioni inseriti dal precedente Governo nel Pnrr, poiché essi potranno ospitare non più di 640 persone: una goccia rispetto all’eccedenza attuale di 13.000 detenuti rispetto ai posti disponibili”. Inoltre, raccomanda “che si assumano provvedimenti urgenti di deflazione della popolazione detenuta”. Che invece continua ad aumentare. “La tendenza al sovraffollamento senza battute d’arresto – prosegue il Garante – è fenomeno in atto da un anno, con una progressione preoccupante rispetto agli anni precedenti”. Le misure per la deflazione, secondo il Garante, “potrebbero ricondurre il sistema al rispetto della dignità della vita delle persone detenute e della finalità risocializzante della pena, anche nella prospettiva di prevenire quel disagio che è molto spesso dietro gli atti di suicidio in carcere”.

Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).

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