La scorsa settimana OpenAI, casa madre del sistema di intelligenza artificiale ChatGpt, ha cambiato le policy d’uso dei suoi servizi per aprire alla possibilità di impiego nel settore militare. La modifica è stata apportata in maniera discreta, dato singolare per una società, come quella di Sam Altman, che è abitutuata a mettere sotto i riflettori ogni minima novità delel sue ricerche. La notizia è stata scovata per prima dalla testata investigativa The Intercept.
Fino al 10 gennaio il decalogo delle regole di Open Ai vietava esplicitamente l’uso dei suoi prodotti per “lo sviluppo di armi” e per “attività militari e warfare”. Ora questa seconda voce è scomparsa, e quella che riguarda l’uso negli armamenti è stata riformulata in un capitolo generale in questo modo: “Non usare i nostri servizi per nuocere a te stesso o ad altri. Per esempio, non usare i nostri servizi per promuovere il suicidio, sviluppare o usare armi”. Da gennaio 2024 l’azienda ha aperto la possibilità di installare servizi di terze parti (ossia app in plug-in) nel software ChatGPT (come accade su tutti i browser web) per gli abbonati paganti.
Heidy Khlaaf, esperta di sicurezza informatica dell’azienda statunitense Trail of Bits, ha detto a The Intercept: “Le potenzialità e i rischi dell’IA nel campo della sicurezza sono significative. Dati i ben noti casi di pregiudizi e allucinazioni presenti all’interno dei modelli linguistici di grandi dimensioni (come ChatGpt, ndr) e la loro generale mancanza di accuratezza, l’uso di questi sistemi in un sistema di warfare può portare a operazioni imprecise e parziali che rischiano di aumentare danni e vittime civili”.
L’obiettivo di OpenAI non è tuttavia sviluppare strumenti bellici, né ci sono applicazioni dirette di ChatGPT nel campo degli armamenti. La scelta è mossa più che altro dalla necessità di aprirsi al ricco settore della Difesa Usa, che non si limita alla produzione bellica, ma va dallo studio del clima alle ricerche aerospaziale. Il “complesso militare-industriale” statunitense è di fatto un cliente importante per le principali aziende Big Tech americane, da Microsoft a Google a SpaceX di Elon Musk. Dopo un’ascesa così notevole e rapida grazie al suo software di punta, ChatGPT, tutto lascia pensare che OpenAI voglia entrare a far parte del club.
L’azienda di Sam Altman ha già lavorato con il Dipartimento della Difesa Usa, nel settore della sicurezza informatica. Alla testata statunitense specializzata in tecnologia TechCrunch un portavoce di OpenAI ha motivato così la scelta: “Non era chiaro se questi casi d’uso vantaggiosi sarebbero stati consentiti ai sensi ‘militari’ nelle nostre politiche precedenti. Pertanto, l’obiettivo del nostro aggiornamento delle politiche è fornire maggiore chiarezza e rendere possibili queste discussioni”.