Tamberi ha messo in "evidenza" ciò che ha scritto Chiara Grasso, in modo tale che la realtà alla base di alcuni centri di recupero per gli animali selvaggi possa essere svelata
Anche i migliori “sbagliano”. Gianmarco Tamberi è in ritiro in Sudafrica per “portare il fisico dove mai è arrivato”, come ha scritto su Instagram. Un periodo dedicato allo sport, al relax e alla natura. E’ sul terzo punto che l’ultimo post caricato sul proprio profilo social ha scatenato i commenti di centinaia di followers e non solo. L’atleta olimpico ha postato foto e video di lui ed un cucciolo di leone. “Amore a prima vista”, ha scritto Gimbo nella didascalia delle tanto contestate immagini. Ma capiamo cos’è successo.
Tra le tante critiche ricevute, c’è un’osservazione che ha colpito Tamberi. Si tratta del pensiero scritto dall’etologa Chiara Grasso, che ha spiegato come queste ‘oasi naturali’ per gli animali siano in realtà dei luoghi in cui le creature vengono sfruttate per la loro presenza, in modo tale da attirare la clientela. Nulla sembrerebbe quindi riconducibile ad un centro di provvisorio recupero: “… Sicuramente nella tua scelta di visitare questo centro c’è stata una fantastica buona fede che molti altri turisti come te hanno, ma purtroppo c’è ancora molta disinformazione su questi falsi santuari – ha scritto la giornalista -. Infatti tantissime nuove inchieste e ricerche scientifiche hanno dimostrato che tutte le strutture in cui sono ospitati animali selvatici in cattività e in cui è possibile interagire con loro non sono veri centri di recupero… Sebbene le tue azioni sono state spinte da buon cuore, purtroppo hai scelto una struttura che ancora sfrutta gli animali, che si maschera da centro di recupero ma probabilmente in realtà, ci specula sopra, soprattutto per la presenza di cuccioli“, ha detto l’esperta, che si è infine resa disponibile per, eventuali, ulteriori chiarimenti.
Ciò che ha probabilmente colpito il campione dei mondiali di Budapest del 2023 è stata la chiarezza dell’esposizione e la gentilezza con la quale Grasso ha fornito il proprio punto di vista sulla faccenda. Tamberi, infatti, ha messo in ‘evidenza’ ciò che scritto dall’etologa, in modo tale che la realtà alla base di alcuni centri di recupero per gli animali selvaggi possa essere svelata: “Tutti noi non avevamo la più pallida idea che questi centri di recupero non fossero in realtà tali. Abbiamo fatto la visita e giocato con i cuccioli di leoncino ignari di tutto quello che ci stai dicendo. Ci era stato detto che quello Farm era nata proprio per favorire il ripopolamento dei leone e con quei piccoli che abbiamo potuto accarezzare in realtà erano stati disconosciuti dalla mamma e che quindi probabilmente non ce l’avrebbero neanche fatta da soli…”, ha risposto l’altista.