È vicino un accordo tra i 27 Paesi europei per un’azione congiunta nel Mar Rosso con l’obiettivo di garantire la sicurezza del commercio marittimo minacciato dagli attacchi dei ribelli Houthi yemeniti ai cargo che transitano nelle acque che portano verso il Canale di Suez. Secondo fonti in Ue, sembra infatti esserci un “ampio consenso” tra gli Stati membri sulla necessità di agire “in modo rapido e pragmatico” per evitare che l’escalation in corso provochi ripercussioni più gravi del previsto sui transiti marittimi.

Serviranno ulteriori incontri e la definizione di una strategia comune per vedere la nascita di un’eventuale missione navale, ma la linea sembra comunque tracciata. Ora si chiederà al Gruppo Politico-Militare di fornire le sue “raccomandazioni” e al Comitato militare dell’Ue di dare “al più presto” le indicazioni militari sul concetto di gestione della crisi. Da quello che si apprende, in mattinata il Comitato di Politica e Sicurezza (Cops) ha analizzato la possibilità di una missione, condivisa anche dal Servizio di Azione Esterna, che dovrebbe nascere sulla base della già esistente missione Agenor, a guida francese, e operante dallo Stretto di Hormuz, proprio di fronte alle coste iraniane, fino al Mar Rosso.

Anche l’Italia, oltre a Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo, partecipa attualmente alla missione, parte della più ampia Emasoh (European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz) che mira a “garantire un ambiente di navigazione sicuro, a contribuire alla de-escalation delle tensioni e a facilitare un dialogo regionale inclusivo nello Stretto di Hormuz”.

Sulle strategie da intraprendere in quel tratto di mare, diventato cruciale nello scontro internazionale in seguito all’esplosione del conflitto a Gaza, hanno discusso anche i membri dei vari governi europei. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha avuto, ad esempio, un colloquio in video conferenza con il suo omologo francese Sébastien Lecornu dal quale è emersa “una sostanziale identità di vedute” e nel corso del quale è stata espressa “la volontà di dare rapido impulso a una missione europea alla quale potrebbero partecipare anche Paesi non Ue che condividano l’importanza della libera navigazione e le cui rotte commerciali siano messe in pericolo dagli attacchi terroristici Houthi”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è invece confrontato con la controparte tedesca, nella persona della ministra degli Esteri Annalena Baerbock: “Abbiamo affrontato innanzitutto il tema della sicurezza della navigazione nel Mar Rosso e del conflitto a Gaza. Garantire la libertà della navigazione e la sicurezza dei commerci marittimi è per noi una priorità, soprattutto per due potenze esportatrici come Italia e Germania – ha dichiarato Tajani – Stiamo valutando insieme ai partner europei le varie opzioni operative”.

A dimostrazione del fatto che le preoccupazioni delle grandi aziende e delle compagnie di spedizione mondiali sono tutt’altro che limitate, è arrivata la notizia che il colosso petrolifero britannico Shell ha deciso di sospendere tutte le spedizioni attraverso il Mar Rosso a tempo indeterminato. Una scelta che segue quelle di altre multinazionali preoccupate per i raid e gli attacchi ai loro cargo.

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