Bagarre in aula alla Camera durante il dibattito sulle comunicazioni del guardasigilli Carlo Nordio sull’amministrazione della giustizia. Ad accendere le proteste l’intervento del deputato M5s Federico Cafiero De Raho. “È desolante ciò che sta avvenendo nel mondo della giustizia – dice De Raho – Inorridisce lo sviluppo del piano strategico teso a indebolire la lotta alla corruzione, che è oggi lo strumento utilizzato dalla mafie per l’acquisizione degli appalti”. “Questo piano strategico vuole ridurre al massimo l’uso del più importante strumento investigativo – aggiunge – le intercettazioni”. E poi “abolite l’abuso d’ufficio andando in controtendenza rispetto all’Unione europea. L’abuso d’ufficio è il reato dei favoritismi, dei clientelismi. L’abuso d’ufficio, come è stato detto da tutti i magistrati auditi, è il reato spia della corruzione e del condizionamento mafioso”, prosegue ancora De Raho. “Allarma poi l’attenzione ossessiva che lei e il governo e la maggioranza hanno sulla pubblicazione e sull’informazione del contenuto delle intercettazioni”, aggiunge ancora. “Il silenzio sulle ordinanze di custodia cautelare lo riteniamo molto grave, il silenzio sui contenuti delle intercettazioni ostacola la prevenzione dei reati – prosegue De Raho – Lei ministro, la presidente Meloni e tutti voi della maggioranza sapete che il silenzio è omertà e sapete che le mafie si proteggono con l’omertà. La vostra politica è un favore alle mafie, voi fate quello che le mafie nei loro territori impongono con l’intimidazione. Zittite la stampa e le persone: mai le mafie hanno avuto un trattamento così favorevole”.
A De Raho risponde il deputato Roberto Giachetti che chiede un intervento della presidenza: “Non si può sostenere in quest’aula che la norma che tutti chiamano ‘bavaglio’ abbia la funzione di silenziare la stampa e che sia la tecnica che usa la mafia”.
“Ho grande rispetto per la politica e per l’Aula – risponde quindi De Raho – Ho affermato che non consentire la pubblicazione dei contenuti delle conversazioni, non consentire la pubblicazione dei contenuti delle ordinanze, determina il silenzio. Ho detto il silenzio è omertà e l’omertà è uno dei pilastri dell’associazione mafiosa. Senza voler infangare o accusare nessuno”.
Sul punto interviene il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé che censura De Raho sottolineando: “Il sillogismo secondo il quale all’omertà corrisponde il silenzio e la categoria si applica a questo governo, è inaccettabile”.