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Commissione Covid, caos alla Camera. Il testo non passa, ma la destra fa ripetere il voto. Opposizioni in rivolta: “Intervenga Fontana”

Caos in commissione Affari sociali della Camera. Il mandato al relato per l’istituzione della commissione d’inchiesta sul Covid prima è stato stoppato perché il voto finale è stato 11 pari (e i regolamenti parlamentari prevedono che in caso di pareggio qualsiasi testo venga bocciato). Poi, con un’evoluzione che è ancora tutta da chiarire, incredibilmente il voto è stato ripetuto e il documento è stato approvato. La commissione Affari sociali è presieduta dall’ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci (Forza Italia), ma in quel momento i lavori erano coordinati dal vice Luciano Ciocchetti (Fratelli d’Italia). La rabbia delle opposizioni – che hanno abbandonato i lavori per protesta – monta da Azione a Verdi-Sinistra.

Parlano di “gravità inaudita” Matteo Richetti ed Elena Bonetti, capogruppo e vice per il partito di Carlo Calenda. “La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile” dichiarano, chiamando in causa il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Per il M5s è “gravissimo il colpo di mano”. La bocciatura – aggiungono i deputati 5 Stelle in commissione Carmen Di Lauro, Andrea Quartini, Marianna Ricciardi e Gilda Sportiello – era stata “un duro colpo alle aspirazioni del centrodestra di mettere in piedi questa vergognosa caccia alle streghe nei confronti di chi ha condotto il Paese attraverso la pandemia”. Quartini racconta: “Ci siamo trovati a votare il mandato al relatore e la maggioranza si è trovata in minoranza: non sono riusciti ad avere la maggioranza e dopo 40 minuti ci ripropongono di votare? Non si può fare dal punto di vista procedurale”.

La vicenda è poi arrivata nell’Aula di Montecitorio. Paolo Ciani (Pd), segretario della commissione, che si appella alla presidenza affinché “la forzatura regolamentare che è stata fatta” venga risanata. E a rivolgere lo stesso appello denunciando “la figura barbina fatta dalla maggioranza”, che ha di fatto “stravolto il regolamento”, sono stati di nuovo Bonetti e Zanella. “La maggioranza non c’era – osserva il capogruppo del M5s Francesco Silvestri – perché spesso è assente”, ma invece di “stravolgere le regole”, come hanno fatto oggi, la prossima volta “preparatevi meglio”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Tommaso Foti rassicura tutti e si traveste da “varista”: “Sul regolamento è prevista la controprova” sul voto “e poi il fatto non sussiste perché si può comunque andare in Aula senza il mandato al relatore“. Una ricostruzione confermata da Ciocchetti, fittiano di Fdi: “C’è la possibilità di fare la controprova, come hanno chiesto loro tante volte di fare dall’opposizione, tra l’altro in diversi erano in piedi che dovevano andare in commissione”. In Aula ha spiegato di aver chiesto una seconda votazione per alzata di mano, così come era avvenuto al primo voto giustificando la ripetizione con una sostanziale confusione che si era creata durante l’esame del provvedimento”.

Ma proprio su questo punto si concentrano le obiezioni delle minoranze, come ha spiegato in Aula Federico Fornaro, deputato democratico e esperto di regolamenti parlamentari: “La controprova del voto in Commissione deve avvenire a norma di Regolamento con appello nominale e si deve seguire l’elenco alfabetico dei componenti. Lei, presidente, invece non ha seguito la procedura indicata negli articoli 53 e 54 del Regolamento facendo rifare una votazione a distanza di mezz’ora dall’altra”.

Tutti questi inciampi della maggioranza restano sorprendente perché sulla costituzione della commissione Covid il centrodestra poteva contare non solo sui voti dei partiti che sostengono il governo ma anche sull’appoggio esterno di Davide Faraone per Italia Viva. Sono note le periodiche esternazioni di Matteo Renzi sulla gestione della pandemia del governo Conte 2 di cui peraltro il suo partito faceva parte. Sulla carta in commissione il centrodestra può contare su 17 voti (più quello di Faraone) mentre le opposizioni di Pd, M5s, Verdi-Sinistra e Azione hanno a disposizione 12 voti. Ma evidentemente a pesare nella maggioranza sono state le assenze.