È arrivato in Italia, proveniente da Amburgo, il killer della ‘ndrangheta Valerio Salvatore Crivello, estradato dalla Germania dopo essere stato ricercato per tre anni e arrestato a settembre 2023. Crivello si era rifugiato nell’isola di Sylt, a confine tra la Germania e la Danimarca, dove lavorava, con documenti contraffatti e false generalità, come istruttore di fitness e massaggiatore in un albergo di lusso per sfuggire al carcere a vita.
L’uomo, originario di Casale Monferrato in provincia di Alessandria, è ritenuto legato alla cosca di ‘ndrangheta Scofano- Martella-La Rosa di Paola ed era ricercato dal novembre 2020, quando si sottrasse all’arresto emesso dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro in seguito alla condanna definitiva all’ergastolo, con isolamento diurno per due mesi, per l’omicidio aggravato dal metodo mafioso di Pietro Serpa, commesso il 27 maggio 2003 a Paola, in provincia di Cosenza. Crivello era riuscito a sottrarsi evadendo dall’abitazione in provincia di Venezia dove era provvisoriamente ai domiciliari con braccialetto elettronico, dopo aver appreso dal suo legale del pronunciamento in via definitiva della Cassazione.
In Italia, informa la polizia, le ricerche nei sui confronti erano proseguite, e la sinergia investigativa tra il Nucleo investigativo Carabinieri di Venezia e l’Unità I-Can del Servizio per la cooperazione Internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale ha permesso alla Bundespolizei di individuare e catturare il latitante il 4 settembre scorso. L’arresto in Germania e l’odierna estradizione di Crivello in Italia si aggiunge ai 93 latitanti già catturati dall’avvio del Progetto I-Can che, attualmente, coinvolge insieme al Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano e Interpol, il law enforcement di ulteriori 17 Paesi (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Croazia, Francia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay).
Nato nel 2020, su iniziativa del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e del Segretariato Generale di Interpol, il Progetto I-Can ha l’obiettivo di promuove la lotta globale alla criminalità organizzata di matrice calabrese, per aumentare anzitutto la consapevolezza della minaccia, attraverso lo scambio di informazioni e di esperienze, basate soprattutto sul modello investigativo italiano, favorendo il riconoscimento di quegli indicatori utili alle forze di polizia per intercettare l’infiltrazione dell’organizzazione mafiosa negli asset economici e finanziari dei vari Paesi.