“A breve convocherò il direttivo provinciale del Pd, perché la storia non finisce qui …”. Franco Bonfante, per dieci anni consigliere regionale e attuale segretario veronese, si limita a un laconico commento, dopo il cruciale voto di astensione di Anna Maria Bigon, che ha contribuito a bocciare la legge riguardante il “suicidio assistito” in Veneto. La sconfitta che avrebbe potuto pesare sull’immagine del governatore Luca Zaia, favorevole a regolamentare l’accesso sanitario al fine vita, si è d’improvviso rovesciata – e per un solo voto – sul Pd. Il vicecapogruppo Jonatan Montanariello si è dimesso dall’incarico. La capogruppo Vanessa Camani ha detto: “La consigliera Bigon, pur consapevole che il suo voto avrebbe fatto da ago della bilancia, cosa che le è stata ricordata, non ha optato per una scelta diversa. Dimostrando così un atteggiamento non rispettoso e che acuisce le distanze all’interno del gruppo”.
In una parola, sta montando la bufera sull’ex sindaca di Povegliano Veronese (dal 2006 al 2016) che è vicepresidente della quinta commissione del consiglio regionale. Anche perché lo scorso anno è stata eletta vicepresidente provinciale del Pd a Verona e ha assunto quindi un ruolo di primo piano in una terra a vocazione bianca, dove soltanto un centrista come Damiano Tommasi è riuscito a riportare il centrosinistra al governo del capoluogo scaligero. “Sono una mamma, sono un avvocato, ho due figli e sono sposata”, così si presenta Anna Maria Bigon, 57 anni, finita in un ginepraio di polemiche, in qualche modo prevedibili e annunciate, anche se dalle parti del Pd hanno sottovalutato (se non all’ultimo minuto) l’importanza anche di un solo voto. La consigliera proviene dal mondo cattolico e ha trovato un primo referente politico in Graziano Del Rio, di formazione dossettiana, che è approdato al Pd partendo dal Partito Popolare di Mino Martinazzoli e confluendo poi nella Margherita. Lo ha conosciuto all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. A Verona il peso della formazione cattolica in politica si fa sentire più che in altre realtà, perfino più che a Vicenza, un tempo chiamata la “sacrestia d’Italia”. Non è un caso che proprio in riva all’Adige sono molto attivi i movimenti Pro Vita & Famiglia, che si sono battuti contro la legge, minacciando ritorsioni elettorali contro la Lega di Zaia.
Fino agli ultimi mesi il percorso di Anna Maria Bigon, tuttavia, ha coinciso totalmente con la linea del Pd. Grande impegno per i temi della salute pubblica, il disagio sociale e mentale, l’ambiente. Durate la fase di sostituzione del segretario Enrico Letta, si era schierata con Bonaccini, mentre in provincia di Verona Elly Schlein ha vinto alle primarie sia nelle sezioni che nel voto ai gazebo. Bigon ha poi partecipato all’accordo unitario che ha portato all’elezione del segretario provinciale Bonfante (filo Schlein), di cui è diventata uno dei vice. In consiglio regionale era arrivata nel 2019, ripescata in quanto prima dei non eletti dopo che Alessandra Moretti si era dimessa, per passare all’Europarlamento. Aveva utilizzato la prima esperienza per conoscere la macchina amministrativa e così è stata rieletta nel 2020 con circa 8mila preferenze. I primi distinguo sono cominciati sul tema del fine vita. Essenzialmente per i due motivi che hanno portato al voto di astensione. Bigon è innanzitutto convinta che il tema debba essere disciplinato da una legge nazionale. In secondo luogo, come ha dichiarato a caldo dopo il voto, crede “che un malato sofferente abbia la possibilità di porre fine, come dice la Corte costituzionale, dando però anche la possibilità delle cure palliative”.
La disciplina di partito? “Lo statuto del Pd lascia libertà di coscienza. È vero che l’indicazione era di votare a favore, ma lasciando però la libertà individuale, trattandosi di un tema etico”. Nessuna contraddizione? “Il Pd è espressione di varie ideologie, perché composto da persone provenienti da mondi diversi. La sua ricchezza è proprio questa: la possibilità di fare sintesi, raccogliendo più espressioni e lasciando libertà di coscienza”. Anna Maria Bigon è stata per dieci anni, a Povegliano Veronese, il sindaco delle risorgive recuperate e del ritorno delle libellule nelle campagne a dimostrazione della salubrità dell’aria. Ma anche delle ristrutturazioni del centro storico a “cemento zero”, con un’attenzione al sociale e alla salute. Da consigliera regionale non ha risparmiato critiche alla giunta Zaia, colpevole di aver favorito la privatizzazione di ampi settori dell’assistenza pubblica.
Lo scorso anno si era svolta in commissione regionale l’audizione di Stefano Gheller, il vicentino costretto a vivere su una sedia a rotelle da anni a causa di una malattia che non dà scampo, e che ha già ottenuto il via libera dell’Uls al suicidio assistito. In quella occasione, tradendo una forte emozione, Bigon aveva dichiarato: “Abbiamo raccolto, anche attraverso le analisi dei rappresentanti del Comitato nazionale di bioetica, le sollecitazioni relative alla necessità di garantire tutte le cure ed un serio accompagnamento ai malati terminali che vivono un dolore estremo. Ne è emerso un quadro chiaro di quanto il Veneto abbia da fare sul fronte del sostegno psicologico e nell’ambito delle cure palliative. Con la sua testimonianza in audizione, Stefano Gheller ha messo a disposizione del dibattito la sua sofferta vicenda personale. Indipendentemente dalle posizioni attorno a questo tema, non è possibile prescindere dalla dignità e dalla profondità delle sue parole”. Eppure Gheller sostiene le tesi di “Liberi subito” e il diritto del malato a scegliere come morire.
Politica
Fine vita, il Pd di Verona in subbuglio dopo il voto non allineato di Bigon: dal mondo cattolico ai dem, chi è la consigliera
“A breve convocherò il direttivo provinciale del Pd, perché la storia non finisce qui …”. Franco Bonfante, per dieci anni consigliere regionale e attuale segretario veronese, si limita a un laconico commento, dopo il cruciale voto di astensione di Anna Maria Bigon, che ha contribuito a bocciare la legge riguardante il “suicidio assistito” in Veneto. La sconfitta che avrebbe potuto pesare sull’immagine del governatore Luca Zaia, favorevole a regolamentare l’accesso sanitario al fine vita, si è d’improvviso rovesciata – e per un solo voto – sul Pd. Il vicecapogruppo Jonatan Montanariello si è dimesso dall’incarico. La capogruppo Vanessa Camani ha detto: “La consigliera Bigon, pur consapevole che il suo voto avrebbe fatto da ago della bilancia, cosa che le è stata ricordata, non ha optato per una scelta diversa. Dimostrando così un atteggiamento non rispettoso e che acuisce le distanze all’interno del gruppo”.
In una parola, sta montando la bufera sull’ex sindaca di Povegliano Veronese (dal 2006 al 2016) che è vicepresidente della quinta commissione del consiglio regionale. Anche perché lo scorso anno è stata eletta vicepresidente provinciale del Pd a Verona e ha assunto quindi un ruolo di primo piano in una terra a vocazione bianca, dove soltanto un centrista come Damiano Tommasi è riuscito a riportare il centrosinistra al governo del capoluogo scaligero. “Sono una mamma, sono un avvocato, ho due figli e sono sposata”, così si presenta Anna Maria Bigon, 57 anni, finita in un ginepraio di polemiche, in qualche modo prevedibili e annunciate, anche se dalle parti del Pd hanno sottovalutato (se non all’ultimo minuto) l’importanza anche di un solo voto. La consigliera proviene dal mondo cattolico e ha trovato un primo referente politico in Graziano Del Rio, di formazione dossettiana, che è approdato al Pd partendo dal Partito Popolare di Mino Martinazzoli e confluendo poi nella Margherita. Lo ha conosciuto all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. A Verona il peso della formazione cattolica in politica si fa sentire più che in altre realtà, perfino più che a Vicenza, un tempo chiamata la “sacrestia d’Italia”. Non è un caso che proprio in riva all’Adige sono molto attivi i movimenti Pro Vita & Famiglia, che si sono battuti contro la legge, minacciando ritorsioni elettorali contro la Lega di Zaia.
Fino agli ultimi mesi il percorso di Anna Maria Bigon, tuttavia, ha coinciso totalmente con la linea del Pd. Grande impegno per i temi della salute pubblica, il disagio sociale e mentale, l’ambiente. Durate la fase di sostituzione del segretario Enrico Letta, si era schierata con Bonaccini, mentre in provincia di Verona Elly Schlein ha vinto alle primarie sia nelle sezioni che nel voto ai gazebo. Bigon ha poi partecipato all’accordo unitario che ha portato all’elezione del segretario provinciale Bonfante (filo Schlein), di cui è diventata uno dei vice. In consiglio regionale era arrivata nel 2019, ripescata in quanto prima dei non eletti dopo che Alessandra Moretti si era dimessa, per passare all’Europarlamento. Aveva utilizzato la prima esperienza per conoscere la macchina amministrativa e così è stata rieletta nel 2020 con circa 8mila preferenze. I primi distinguo sono cominciati sul tema del fine vita. Essenzialmente per i due motivi che hanno portato al voto di astensione. Bigon è innanzitutto convinta che il tema debba essere disciplinato da una legge nazionale. In secondo luogo, come ha dichiarato a caldo dopo il voto, crede “che un malato sofferente abbia la possibilità di porre fine, come dice la Corte costituzionale, dando però anche la possibilità delle cure palliative”.
La disciplina di partito? “Lo statuto del Pd lascia libertà di coscienza. È vero che l’indicazione era di votare a favore, ma lasciando però la libertà individuale, trattandosi di un tema etico”. Nessuna contraddizione? “Il Pd è espressione di varie ideologie, perché composto da persone provenienti da mondi diversi. La sua ricchezza è proprio questa: la possibilità di fare sintesi, raccogliendo più espressioni e lasciando libertà di coscienza”. Anna Maria Bigon è stata per dieci anni, a Povegliano Veronese, il sindaco delle risorgive recuperate e del ritorno delle libellule nelle campagne a dimostrazione della salubrità dell’aria. Ma anche delle ristrutturazioni del centro storico a “cemento zero”, con un’attenzione al sociale e alla salute. Da consigliera regionale non ha risparmiato critiche alla giunta Zaia, colpevole di aver favorito la privatizzazione di ampi settori dell’assistenza pubblica.
Lo scorso anno si era svolta in commissione regionale l’audizione di Stefano Gheller, il vicentino costretto a vivere su una sedia a rotelle da anni a causa di una malattia che non dà scampo, e che ha già ottenuto il via libera dell’Uls al suicidio assistito. In quella occasione, tradendo una forte emozione, Bigon aveva dichiarato: “Abbiamo raccolto, anche attraverso le analisi dei rappresentanti del Comitato nazionale di bioetica, le sollecitazioni relative alla necessità di garantire tutte le cure ed un serio accompagnamento ai malati terminali che vivono un dolore estremo. Ne è emerso un quadro chiaro di quanto il Veneto abbia da fare sul fronte del sostegno psicologico e nell’ambito delle cure palliative. Con la sua testimonianza in audizione, Stefano Gheller ha messo a disposizione del dibattito la sua sofferta vicenda personale. Indipendentemente dalle posizioni attorno a questo tema, non è possibile prescindere dalla dignità e dalla profondità delle sue parole”. Eppure Gheller sostiene le tesi di “Liberi subito” e il diritto del malato a scegliere come morire.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.