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Il Cile è il primo Paese al mondo a firmare il Trattato Onu sulla protezione dell’Oceano globale: servono 60 Stati per l’entrata in vigore

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Il Cile è il primo Paese al mondo a firmare il Trattato Onu sulla protezione dell’Oceano globale: servono 60 Stati per l’entrata in vigore

Il Cile è il primo Paese al mondo a firmare il Trattato Onu sulla protezione dell’Oceano globale: servono 60 Stati per l’entrata in vigore

Il Cile è ufficialmente il primo Paese al mondo ad aderire al Trattato globale sull’oceano, storico accordo ambientale dell’Onu raggiunto il 4 marzo 2023. Il Trattato è stato approvato all’unanimità dal Senato cileno con 29 voti favorevoli, rendendo così il Paese sudamericano il primo in assoluto a firmare il concordato per la protezione della vita marina in alto mare. Affinché il trattato entri in vigore serve che aderiscano almeno 60 Paesi, un obiettivo che potrebbe essere raggiunto prima della Conferenza sugli oceani delle Nazioni Unite che si terrà in Francia nel giugno 2025.

Conosciuto anche come Trattato sull’alto mare o Trattato sull’oceano globale, i negoziati, iniziati a New York il 20 febbraio 2023 si erano inizialmente incagliati sul tema della condivisione delle risorse genetiche marine, sugli eventuali profitti generati dalla loro commercializzazione e sulla procedura per la creazione di zone marine protette. L’Unione europea aveva però messo sul tavolo 40 milioni di dollari per facilitare la ratifica e l’attuazione iniziale dell’accordo. Accordo raggiunto infine nel marzo 2023 e approvato dall’Onu. “L’oceano è cibo, energia, vita. Ha dato così tanto all’umanità: è tempo di restituire. Accolgo con favore l’accordo sull’alto mare, un trattato che proteggerà gli oceani oltre la giurisdizione nazionale. Ce l’abbiamo fatta”, aveva commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

L’Alto Mare è l’ecosistema che rappresenta il 95% della biosfera terrestre e che produce metà dell’ossigeno che respiriamo e corrisponde all’area marittima situata tra la Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale – oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, se dichiarata dagli Stati – e occupa circa due terzi dell’oceano. Questa zona è parte delle acque internazionali e in essa è garantito per tutti gli Stati il diritto di pescare, navigare e fare ricerca. L’intesa di marzo, che è stata raggiunta grazia a un’inedita coalizione fra Ue, Usa, Gb e Cina, prevede la protezione di un terzo dei mari entro il 2030, come previsto dall’impegno, tuttavia non vincolante, preso dalla Conferenza dell’Onu sulla biodiversità.

Il Trattato è considerato un grande passo avanti nella governance globale degli oceani e integra la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982. La firma di questo trattato da parte del Cile “conferma la vocazione oceanica che ha avuto il nostro Paese, che si è espressa in molteplici occasioni nel corso dell’ultimo secolo e in questo”, ha commentato il ministro degli Esteri, Alberto van Klaveren. “Dobbiamo sentirci orgogliosi della rapida approvazione di questo nuovo trattato ambientale internazionale, molto coerente con la politica estera e ambientale”, ha detto a sua volta la ministra dell’Ambiente, Maisa Rojas.

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