Oggi uno dei tre ladri coinvolti è stato scarcerato da Scotland Yard ed è pronto dunque per fare il suo rientro a Milano
Era la notte del 13 dicembre 2019 quando un gruppo di ladri formatosi a Milano varcava la soglia della magione londinese di Tamara Ecclestone. Una razzia mirata e studiata a tavolino, dal momento che la figlia dell’ex patron Formula1 Bernie si trovava in Lapponia per un viaggio di famiglia con marito e figlia. Contanti, gioielli e orologi mai più ritrovati per un valore stimato di circa 20/50 milioni di euro. Oggi però uno dei tre ladri coinvolti, Alessandro Donati, è stato scarcerato da Scotland Yard ed è pronto dunque per fare il suo rientro a Milano. Proprio nella città meneghina dove, all’insediamento rom di via Monte Bisbino, tutto aveva avuto inizio. Il 44enne aveva giurato davanti alla Corte di non aver intascato nulla dal bottino in questione e di non sapere la destinazione del malloppo. Stessa versione anche per il “collega” Alessandro Maltese, attualmente in carcere (anche se a breve potrà fare il suo rientro in Italia).
Ed è proprio il caso di dirlo: tra i due litiganti, il terzo gode. Ebbene sì, la mente di questa razzia sarebbe infatti quella di Daniel Vukovic. Il 46enne sembra letteralmente scomparso con il bottino, rendendosi da subito irraggiungibile alle forze dell’ordine italiane e londinesi. Non solo: avrebbe cambiato pure nome rendendo così di fatto impossibile la sua estradizione. “L’autorità centrale del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ha presentato via e-mail, con lettera del 15 aprile 2021, registrata presso la Direzione degli Affari Congiunti della Repubblica, la richiesta di estradizione di Daniel Vukovic”, riporta Corriere Della Sera dopo aver letto l’incartamento.
E ancora: “La richiesta di estradizione è stata presentata in conformità con le disposizioni della Convenzione europea di estradizione del 1957, e l’estradizione è stata richiesta per un procedimento penale per il reato di associazione a delinquere finalizzata a commettere furto con scasso e riciclaggio (…) In aggiunta è stato richiesto che alla procedura di estradizione venga applicato il Trattato sull’estradizione reciproca dei criminali tra Serbia e Gran Bretagna”. Estradizione dunque rifiutata, dal momento che la polizia milanese aveva comunicato alle autorità slave l’indirizzo in località Obrenovac, non distante da Belgrado. E Vukovic c’era, ma per l’anagrafe non era più lui. Un rompicapo che negli anni ha portato in molti a domandarsi come sia stata possibile una razzia così complessa dal momento che la magione si trova in una tra le zone considerate più sicure del pianeta tra schieramenti di forze dell’ordine e impianti di sicurezza posizionati nelle varie ville.