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“A Lino Banfi fa più piacere aver lavorato con una gran fi** che con una grande attrice, per questo nomina la Fenech e non me”: le parole di Anna Mazzamauro

"C'è una grande ipocrisia. Una volta sono stata ospite di una trasmissione, ma non faccio nomi. In studio trovo una scritta enorme alle mie spalle, 'L'elogio della bruttezza'. Ero seduta con questa scritta dietro di me. Ma porca miseria!...", il racconto dell'attrice in una lunga intervista a Today

di Luca Guarneri

Impossibile non ricordare la celebre “Signorina Silvani”. Donna appariscente, severa al punto giusto, occhiali da vista per scrutare non solo per vedere e il ragionier Fantozzi sempre tra i piedi. Un idillio? Non proprio. Silvani/Mazzamauro negli ultimi giorni si è tolta parecchi sassolini dalle scarpe. Anna Mazzamauro è attualmente in tour nei teatri italiani con “Come è umano lei, caro Fantozzi”, un viaggio alla scoperta di quel magico mondo che Paolo Villaggio aveva saputo costruire con cura e maestria.

A Today Mazzamauro ha raccontato alcuni aneddoti circa la sua carriera e sul tour: “In scena siamo in tanti. C’è Paolo Villaggio, Fantozzi, Anna, la Silvani, Filini, la signora Pina, Mariangela. Racconto quel mondo fantozziano, ma più che altro villaggiano. Quando parliamo di Villaggio inevitabilmente si parla solo di Fantozzi, ma Paolo è stato un grande in tutti i sensi“. Mazzamauro è consapevole che quel personaggio le ha dato tanto artisticamente ma, al tempo stesso, tolto: “È chiaro che se avessi aspettato il teatro per avere popolarità non mi sarebbero bastati trecento anni e non me lo potevo permettere. Sono grata alla Silvani, a Paolo Villaggio, a tutto quel mondo per avermi dato la popolarità, ma questo mi ha allontanato da Medea, il personaggio che tutte le attrici che iniziano a teatro considerano il punto di arrivo”.

E ancora: “In questo senso la odio, ma la amo perché altrimenti oggi non mi fermerebbero per strada per chiedermi un selfie e non verrebbero nemmeno a teatro”. Il discorso prosegue e Anna racconta il rapporto tra lei e Paolo Villaggio sul set e fuori dal set: “Aveva un grande rispetto per gli attori. Era sempre disponibile a ripetere le scene, veniva nella mia roulotte per ripassare e non chiedeva a me di andare nella sua”. Per poi incalzare: “Non siamo mai stati amici, solo ottimi colleghi. Era rispettoso, intelligente, straordinario in tutto. Poi nella vita, fuori dal set, uno fa quello che gli pare”.

Nostalgia del periodo fantozziano? “Per niente. Mi mancano gli anni della mia giovinezza, questo sì, ma non gli anni di Fantozzi e di quel tipo di clima”, racconta Mazzamauro. Oggi Anna è felice e lo mostra senza alcun timore, sia sul palco che nella vita di tutti i giorni: “Mi piace talmente tanto vivere, sono così felice. Usiamolo questo termine. Sono felice, ho una figlia meravigliosa, un lavoro che funziona, una casa bella. Non vedo perché poi debba sottostare ai voleri della morte, della natura, e rinunciare a tutto questo. Mi sembra di aver vissuto inutilmente”.

Nessun ritocco estetico ma, anzi, qualche timore sull’ideale femminile attuale: “La donna oggi deve avere le gambe attaccate ai lobi delle orecchie, il sedere attaccato alla nuca, le attrici si devono ritoccare il naso, gonfiare le labbra, tendere all’eterna giovinezza. Che caz***a paurosa“. La Signorina Silvani sicuramente in questo è stata d’aiuto perché secondo Mazzamauro “può aver dato valore in più alle donne atipiche”.

Poi la frecciatina ad una conduttrice televisiva che, con un programma in diretta, pare non esser stata molto “umana” (detto proprio alla Fantozzi, sì) con lei: “C’è una grande ipocrisia. Una volta sono stata ospite di una trasmissione, ma non faccio nomi. In studio trovo una scritta enorme alle mie spalle, ‘L’elogio della bruttezza’. Ero seduta con questa scritta dietro di me. Ma porca miseria! Sei una giornalista che fa evidentemente finta di essere dalla parte delle donne e poi mi ospiti e scrivi in grande che sono l’elogio della bruttezza? Bruttezza? Tu sei brutta, perché sei scema”. E ancora: “Volevo mandarla a quel paese in diretta e andarmene. Sono rimasta perché ho rispetto del pubblico. Dopo le ho scritto un messaggio che se lo ricorderà a vita. L’ho bloccata. Le scrissi che non doveva neanche rispondermi perché non mi avrebbe fatto piacere. Sono passati anni ma ho ancora questa piccola cicatrice dentro di me”.

Non solo Paolo Villaggio nella vita di Anna Mazzamauro, ma anche Lino Banfi: “Ho lavorato molto, purtroppo e fortunatamente, con Lino Banfi, in teatro e in televisione. Abbiamo fatto insieme due spettacoli, una serie televisiva tanti anni fa, di Maurizio Costanzo, ma quando lui oggi parla della sua carriera ama parlare di Edwige Fenech e non mi nomina mai (…). Gli fa più piacere aver lavorato con una gran figa che con una grande attrice”.

“A Lino Banfi fa più piacere aver lavorato con una gran fi** che con una grande attrice, per questo nomina la Fenech e non me”: le parole di Anna Mazzamauro
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