“Vi chiedo di impegnarvi. Aiutateci a elevare il potere d’acquisto dei lavoratori, a frenare l’emergenza climatica, a rivendicare le norme internazionali e a difendere la democrazia e a lottare contro l’involuzione rappresentata dall’ondata reazionaria che percorre il mondo. In sintesi, aiutateci a dare alla gente una vita migliore“. A parlare così, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, è il premier Pedro Sànchez, che in Spagna guida come noto un governo di centrosinistra. Sànchez è intervenuto subito dopo il discorso – di segno diametralmente opposto – del presidente argentino ultraliberale Javier Milei che aveva parlato di presunti pericoli per l’Occidente a causa del “socialismo”.
Anzi, Sànchez ha fatto un riferimento più che chiaro all’intervento appena pronunciato dal capo di Stato sudamericano. “Non credete nei postulati neoliberisti che presentano lo Stato come un’entità” che “non crea valore” e non credete che “l’unica responsabilità delle imprese sia aumentare i benefici per gli azionisti. Questi concetti si sono dimostrati errati – dice il premier spagnolo – le imprese hanno bisogno dei governi per innovare e crescere” e se non collaboriamo “non possiamo superare le grandi sfide della nostra era”. Il premier socialista, probabilmente l’unico leader di sinistra che in Europa che gode di un relativo consenso popolare nel proprio Paese, ha esortato le aziende a “non lasciarsi trascinare dai media e dai partiti radicali ossessionati nel presentare” lo Stato e le imprese “come rivali sistemici“. “Non cadete nella trappola, collaboriamo e cooperiamo per costruire ponti” e “stabilire nuove forme di cooperazione e alleanza pubblico-privata“. “Governo e imprese – continua – lavorino insieme per costruire una nuova prosperità e un nuovo triangolo virtuoso formato dal settore privato, dallo Stato e dalla società civile che permetta di garantire la prosperità economica, il miglioramento del benessere e dell’uguaglianza e la sostenibilità ambientale”.
Il premier spagnolo ha anche fatto appello a porre fine alle guerre in Ucraina e Gaza “dove si sta decidendo la futura stabilità del mondo, mentre parliamo”. “Non possiamo sbagliarci come ci siamo sbagliati altrove”, ha detto Sanchez. “Dobbiamo essere coerenti e difendere gli stessi principi e valori dove e quando vengono infranti. Dobbiamo dare impulso al dialogo, allo stato di diritto, alla pace” ha aggiunto.
La seconda sfida globale segnalata da Sanchez è “la governance dell’intelligenza artificiale“. Da fermo “difensore” del progresso scientifico, ha esortato a “prestare più attenzione alle preoccupazioni dei nostri lavoratori, dei nostri giovani e degli anziani e meno alle promesse vacue di alcuni guru di Silicon Valley, più interessati a conquistare adepti o salire nella lista dei milionari di Forbes che al reale progresso dell’umanità”. “E’ nostro dovere – ha concluso il premier spagnolo – comprendere che non vanno ignorate le preoccupazioni della gente. Che si tratta di un pericolo vero, cui dobbiamo dare una risposta efficace e coordinata“.