Un titolo con una data: “Per l’Italia sempre…prima e dopo l’8 settembre 1943“. È polemica contro il calendario dell’esercito 2024. Il claim cita una data molto significativa per il Paese: è il giorno della proclamazione dell’armistizio da parte di Badoglio. Un riferimento definito inaccettabile dai partiti di sinistra e dall’Anpi con tanto di richiesta di ritiro del calendario perché accusato di “riabilitare il fascismo“. Ed è polemica anche per chi era presente alla presentazione ufficiale del volume dell’esercito: la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti che fu tra i volontari fascisti fedeli a Mussolini della Repubblica sociale italiana e tra i fondatori del Movimento sociale. Alle dure proteste replica il ministero della Difesa affermando che il calendario “non intende affatto ‘riabilitare il fascismo’, anzi”.
I contenuti del calendario – Trentadue pagine in ricordo dei soldati che presero parte alla Seconda Guerra Mondiale “onorando il giuramento prestato”, come scrive il capo di Stato Maggiore, Pietro Serino, nella sua introduzione al volume. “Attraverso la rievocazione di quei tragici eventi, si è voluto rendere omaggio agli uomini che a quei fatti parteciparono con l’assoluta consapevolezza di servire la Patria – evidenzia il generale -, sia prima sia dopo l’8 settembre 1943. Vi abbiamo voluto raccontare un prima e un dopo: gli stessi uomini, gli stessi Eroi“. Presentato ufficialmente lo scorso ottobre a Roma, e successivamente in quasi tutte le regioni d’Italia, il calendario dell’Esercito, alla sua 27/ma edizione, rende omaggio ad alcuni dei militari, ufficiali, sottoufficiali e soldati, insigniti della medaglia d’oro al valor militare “per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente”, come si legge nell’abstract pubblicato sul sito dell’Esercito.
L’Anpi chiede il ritiro del volume – Il caso è stato sollevato da un articolo de la Repubblica ed è stato subito rilanciato e criticato dai partiti di opposizione e dall’Associazione Nazionale Partigiani. “L’Anpi chiede che venga ritirato, anche se ormai purtroppo è già in circolazione”, afferma all’Ansa il presidente Gianfranco Pagliarulo. “Prendiamo atto – aggiunge – che c’è una minoranza filofascista che vuole riscrivere la storia d’Italia”.
Da Avs un’interrogazione a Crosetto – Il vicecapogruppo alla Camera di Alleanza Versi-Sinistra, Marco Grimaldi, ha anche presentato un’interrogazione al ministro della Difesa Guido Crosetto: il calendario “si pone nel solco del tentativo di riabilitazione del Ventennio e dell’amnesia sulle responsabilità, tutte italiane, del fascismo”, afferma Grimaldi sottolineando che anche se la maggior parte dei militari riportati nel testo sono “figure che si sono distinte nella lotta di Liberazione” compare anche il nome di “Giuseppe Izzo, che nel settembre 1938 partì volontario per la guerra di Spagna a fianco dei franchisti”. Nell’interrogazione depositata, Grimaldi chiede a Crosetto “se non intenda, per quanto di competenza, adoperarsi affinché venga modificato il titolo e la descrizione del calendario rimuovendo qualsiasi riferimento teso a sminuire il periodo della dittatura fascista e vengano ritirate le copie del calendario disponibili in commercio”.
Pd: “Quel titolo è inaccettabile” – “Si muovono come la falange romana. Hanno occupato prima l’informazione pubblica poi le istituzioni culturali e ora vogliono riscrivere anche la storia delle forze armate, dell’Esercito”, incalza Sandro Ruotolo, responsabile Memoria del Partito Democratico. “Chiediamo al ministro della Difesa, Guido Crosetto, di ritirare dalla circolazione il calendario 2024 dell’Esercito che rivaluta il fascismo. Quel titolo che celebra l’Italia prima e dopo l’8 settembre 1943, voluto dalla sottosegretaria Isabella Rauti, è inaccettabile. Non c’è da riabilitare il fascismo, c’è solo da mandare al macero questo calendario”, conclude Ruotolo.
La replica del Ministero – E proprio dal Ministero della Difesa è arrivata la replica per respingere le accuse relative alla riabilitazione del fascismo: “Il calendario – fa sapere via XX settembre – si inquadra in una trilogia storica che vuole evidenziare esclusivamente l’impegno e il valore degli italiani e dei nostri militari nella Guerra di Liberazione, nella consapevolezza che, come quelli di allora, anche i soldati di oggi, con il giuramento che prestano, si impegnano a servire il Paese e le sue Istituzioni repubblicane”