In una intervista solo qualche giorno fa aveva detto: “Non sono stato io a sparare. Racconterò come sono andati i fatti, ma solo ai magistrati”. Ma Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia indagato per aver sparato in maniera accidentale un colpo di revolver durante la festa di Capodanno di Rosazza ferendo un 31enne, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio convocato a sorpresa mercoledì dalla procura di Biella. È dunque rimasto in silenzio davanti alla procuratrice Teresa Angela Camelio. Una scelta che sarebbe legata a una precisa strategia difensiva, riferisce la Repubblica, riportando la notizia: non scoprirsi, perché in questo momento, nessun esame ordinato dalla procura, dallo stub alla perizia balistica all’interno del locale della festa, sarebbe concluso. E dunque parlare ora per l’indagato – che ha sostenuto di non aver sparato lui negli interrogatori con i carabinieri – significherebbe avvantaggiare l’accusa.

Al deputato, intanto, è stato ritirato il porto d’armi per difesa personale su decisione della prefetta di Biella, Silvana D’Agostino, che ha disposto anche il divieto di detenere armi e munizioni. Il provvedimento è stato disposto per il “comportamento incauto tenuto” da Pozzolo “durante i festeggiamenti della notte di Capodanno, improntato a leggerezza e sottovalutazione della pericolosità delle armi”. Al parlamentare “è stato contestato l’uso inappropriato dell’arma, poiché non ha adottato tutte le cautele necessarie ad evitare fatti anche accidentali e sinistri involontari”.

Intanto c’è attesa per la consegna alla procura di Biella dell’esito dello stub, l’esame specialistico affidato al Ris dei carabinieri, per cercare tracce di polvere da sparo tra gli indumenti. Un accertamento fatto la mattina del 1 gennaio, a circa sei ore dallo sparo, quando il parlamentare rifiutò la consegna degli abiti indossati la notte di San Silvestro opponendo l’immunità parlamentare. Un passaggio ritenuto importante, se non decisivo, dagli investigatori che indagano sul proiettile di pistola che ha ferito l’elettricista Luca Campana, genero del capo scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che il 4 gennaio ha poi presentato una querela contro Pozzolo. Il politico è indagato per lesioni, accensioni pericolose e omessa custodia di armi.

Le testimonianze acquisite dagli inquirenti sembrano indicare una responsabilità diretta del parlamentare che però di fatto, tranne genericamente negare, non ha fornito alcuna risposta da indagato agli inquirenti. “La pistola mi è scivolata dalla tasca del giubbotto” e qualcuno “l’ha raccolta e ha armato il cane” aveva detto Pozzolo nella sua dichiarazione ai carabinieri, il mattino del 1° gennaio, nella caserma dell’Arma ad Andorno (Biella) quando era ancora una persona informata sui fatti. Oltre alle dichiarazioni del ferito ci sono anche quelle del suocero Pablito Morello (caposcorta del sottosegretario Delmastro, ndr) che accusano l’onorevole. Infine c’è la perizia balistica affidata alla consulente tecnica Raffaella Sorropago che ha effettuato un sopralluogo.

La scelta di Pozzolo ha scatenato Matteo Renzi, solitamente garantista: “Questa cosa è incredibile e passa sotto silenzio. Da due settimane si stanno scambiando pizzini per trovare una ricostruzione plausibile perché sanno che in questa storia qualcuno sta mentendo. Troppi stanno mentendo. E il sottosegretario alla Giustizia è il più reticente di tutti. Io sono garantista. Ma proprio perche sono garantista voglio sapere chi è che ha sparato a una festa dove c’erano dei bambini”, sostiene. Perché, aggiunge il leader di Italia Viva, “tutta questa omertà? C’è qualcosa che non torna. Questa storia puzza sempre di più. E io sono sconvolto che dei parlamentari non dicano tutta la verità su un fatto di cronaca così grave: qualcuno giocava con le pistole, un uomo si è salvato per miracolo, c’erano bambini. E questi che fanno? Tacciono o mentono?”.

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