La grande battaglia della Lega sul nome di Christian Solinas, il presidente della Regione Sardegna che il Carroccio avrebbe voluto ricandidare, è finita in una bolla di sapone. Gli stessi vertici che giuravano una lotta dura e pura sul governatore super-alleato del Partito sardo d’azione ora ufficializzano che il candidato del centrodestra per le Regionali sull’Isola sarà Paolo Truzzu, l’attuale sindaco di Cagliari. Lo stesso Andrea Crippa, vicesegretario leghista, che diceva che nel caso fosse saltato Solinas si sarebbe dovuto riaprire l’intero tavolo dei candidati alle Regionali del 2024, ora chiude la partita dicendo che “vista anche l’insistenza di FdI, il candidato sarà Truzzu”, il quale peraltro sta già facendo campagna elettorale da qualche settimana. E lo stesso Matteo Salvini, dopo i vari vertici in cui la Lega è rimasta all’angolo, mette davanti a tutto “l’unità del centrodestra” che “viene prima di logiche di partito o personali“. Quindi Solinas adeu. Certo, il colpo di grazia alla ricandidatura è arrivato dall’ultima svolta nelle inchieste che interessano il presidente sardo, i sequestri relativi a un’indagine per corruzione in cui è coinvolto da parecchio tempo. Ma se sotto il profilo politico doveva essere un crash test per la Lega per misurare la capacità di resistere all’ingordigia travolgente di Fratelli d’Italia che fa pesare tutta la sua mole di primo partito, il risultato è stato avvilente. A tal punto che la Lega si era ritrovata ad evocare Silvio Berlusconi: “Lui non faceva così, era generoso” avevano protestato i leghisti.
E quindi per non perdere completamente la faccia, a meno di 4 giorni dal termine per presentare le liste, la Lega se la rifà con qualcuno delle sue stesse dimensioni, cioè Forza Italia. Persa (e pure male) la sfida della Sardegna, il mirino si sposta sulla Basilicata, dove da parecchi giorni è stata ufficializzata la ricandidatura del presidente uscente Vito Bardi, ex generale della Guardia di Finanza, candidato 5 anni fa in quota berlusconiani. Mentre Crippa ufficializza che per Truzzu in Sardegna è questione di minuti si consola attaccando gli azzurri: “La Basilicata? Capisco e comprendo la posizione di FdI quando sostiene che in Sicilia il candidato presidente anziché di FdI è stato di Forza Italia (Renato Schifani, ndr). La Lega – ha aggiunto – in Sardegna ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito ed è uno sforzo per noi importante, perché continuiamo a credere che la squadra di Solinas abbia governato bene. Ora un altro partito dovrebbe fare lo stesso sforzo: se vale la regola che contano le percentuali dei partiti in questo momento la Lega è chiaramente in credito“. A Crippa risponde a tempo zero il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli: “Un passo indietro di Bardi? Non esiste”.
E’ un tentativo di piccola vendetta. Al tavolo nazionale sulle Regionali i piccoli hanno spesso sostenuto Fratelli d’Italia contro la Lega, Sardegna compresa. La “sostituzione” di Solinas con Truzzu è stata avallata, sia pure con toni melliflui, da Forza Italia. Lo stesso hanno fatto i centristi di Maurizio Lupi che (giustamente è patrimonio di pochi intimi) guida Noi Moderati. “Penso che il centrodestra troverà un accordo sulle elezioni regionali – diceva in mattinata a Rtl 102.5 l’ex ministro – Nella diversità dei partiti che lo compongono, da trent’anni, il centro-destra ha una caratteristica fondamentale di governare insieme. Ricordo che per le elezioni siciliane, una regione importate, per via di tensioni sul territorio, la Lega e Forza Italia chiesero di fare un passo indietro, allora era un governatore di Fratelli d’Italia, per individuare poi un nome che poteva tenere unita la coalizione e continuare il buon governo. In Sardegna la Lega farà questo gesto di generosità facendo fare un passo indietro a Christian Solinas e individuando il candidato nella persona del sindaco di Cagliari. Ci presenteremo, come sempre, uniti”. E così è stato. Questa dinamica ha fatto sì che nei giorni scorsi fosse emersa perfino l’ipotesi che la Lega dovesse “cedere” anche il ruolo da candidato-governatore in Umbria, dove l’attuale presidente è la salviniana Donatella Tesei, a beneficio di Andrea Romizi, sindaco forzista che da dieci anni guida il Comune di Perugia. Alla fine Fratelli d’Italia ha deciso di non farla finire in goleada: come insegnano i buoni generali al momento meglio evitare che il conflitto con la Lega degeneri.