Le bustarelle venivano incassate, nel più classico dei modi, in contanti e vicino a un casello autostradale. Movimenti che i finanzieri di Brescia hanno filmato e che ora sono agli dell’inchiesta della pm Marzia Aliatis che oggi ha portato all’arresto di quattro persone tra cui un dipendente di Enel distribuzione. L’ipotesi degli inquirenti è che l’uomo abbia ricevuto somme da una società bergamasca, la Valcart di Rogno che si occupa di gestione rifiuti, perché quell’azienda si aggiudicasse una gara d’appalto indetta dalla partecipata di Stato. In totale l’indagato avrebbe intascato 70mila euro. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia hanno indagato sul meccanismo che, stando alla procura di Brescia, ha permesso l’aggiudicazione, per oltre 12 milioni di euro, da parte della società bergamasca, di varie gare.
Con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e di due unità cinofile “cash dog”, le Fiamme gialle hanno eseguito quattro arresti di cui uno ai domiciliari, il sequestro di circa 450mila euro. Disposte dalla procura sette perquisizioni nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Novara e Chieti. I reati contestati sono l’associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, fino ad arrivare all’accesso abusivo ad un sistema informatico e all’omessa presentazione delle dichiarazioni.
Le indagini di polizia giudiziaria avrebbero anche consentito di documentare numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici, in danno di un’altra società partecipata dallo Stato, che avrebbero consentito la visualizzazione delle offerte trasmesse dalle imprese partecipanti ad alcune gare d’appalto, nel tentativo che la società coinvolta ne fosse l’aggiudicataria. I finanzieri hanno, inoltre, accertato compensazioni di crediti falsi per un importo complessivo pari a 3.861.462,40 di euro e l’omessa dichiarazione, da parte di due società, riconducibili agli indagati, di circa 400.000 euro di Iva. La Valcart era già finita al centro di un’altra indagine per un incendio doloso avvenuto nel 2019 e sul quale stava indagando l’Antimafia di Brescia.
In carcere sono finiti i fratelli Sergio e Vincenzo Bava, il primo amministratore di fatto di Valcart, e l’hacker Paolo Giannetta. Ai domiciliari, invece, il dirigente di Enel distribuzione Antonio Marcone. L’hacker coinvolto avrebbe, secondo l’accusa, eseguito accessi abusi al sistema informatico di Terna, altra società partecipata, per visionare le offerte dei concorrenti dell’azienda.
E-Distribuzione in una nota “conferma la propria completa estraneità ai fatti e sottolinea la massima collaborazione alle indagini in corso. La società”, si legge, “applica un approccio di tolleranza zero nei confronti dei fenomeni corruttivi e ha immediatamente attivato le opportune verifiche per poter valutare, in attesa degli esiti delle indagini giudiziarie, tutte le azioni legali a propria tutela”.