Mentre Dmitrij Palagi ufficializza alla stampa la sua candidatura a sindaco di Firenze, sul bavero del suo cappotto spiccano due spille. Una a forma di falce e martello e un’altra a forma di giglio. Come a dire, a Firenze c’è vita a sinistra del Partito Democratico. Il consigliere di Palazzo Vecchio – sostenuto da Sinistra Progetto Comune, Rifondazione Comunista, Possibile e Potere al Popolo – inaugura quello che potrebbe diventare presto un fronte compatto contro la candidata sindaca del Pd Sara Funaro. Un fronte del quale sembra poter far parte anche Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, che il 18 gennaio ha lanciato l’associazione “11 agosto”. Il nome scelto è quello della data della liberazione del capoluogo toscano dal nazifascismo. Un simbolo attorno al quale Montanari cercherà di ricucire i rapporti tra le diverse e frammentate realtà della sinistra fiorentina.
Oltre a Palagi, che ha definito Montanari “un punto di riferimento importante per tutti i nostri mondi”, 11 agosto ha l’obiettivo di coinvolgere anche il Movimento 5 Stelle, l’Associazione Firenze Città aperta e Cecilia Del Re. L’ex assessora della giunta Nardella, fuoriuscita dal Pd dopo che il partito si è rifiutato di organizzare le primarie, ha presentato il logo della sua lista civica, Firenze Democratica: un cerchio giallo con scritte viola, per strizzare l’occhio ai colori della città e “per omaggiare la campagna elettorale condotta dalla dem Alexandria Ocasio Cortez negli Stati Uniti”.
Il campo largo a sinistra alternativo al Pd è potenzialmente molto frequentato, ma resta da capire se riuscirà a tenere insieme tutti i programmi e le ambizioni delle diverse realtà coinvolte. La presenza di Del Re, fino a qualche mese fa assessora della giunta Nardella, non convince il consigliere di opposizione Palagi. Allo stesso modo, la spilla falce e martello indossata dal candidato sindaco di Spc fa storcere il naso all’universo liberal che sostiene Del Re. Universo che, invece, osserva con interesse le avances di Stefania Saccardi e dei renziani di Italia Viva. Al di là di alcune distanze, però, il fronte anti-Pd potrà costruire la sua unità sulla volontà comune di offrire ai cittadini una discontinuità rispetto al decennio di amministrazione Nardella. Nonostante Funaro stia cercando di ribadire in tutti i modi di essere un soggetto politico autonomo e distinto rispetto al sindaco uscente, il suo legame con Nardella la rende l’avversario principale di chi spera in un cambio di rotta per la città.
Per Montanari negli ultimi 15 anni, da Renzi a Nardella, “c’è stato un unico filo conduttore: Firenze città per pochi privilegiati, Firenze città vetrina, Firenze privatizzata“. In questo senso, la candidatura in continuità di Sara Funaro è un grande rischio secondo il rettore, perché dà ai cittadini la sensazione che l’unico modo per cambiare qualcosa arrivi da destra. Ed è per questo, spiega lo storico dell’arte, che Firenze “deve liberarsi” e trovare un’alternativa. Per evitare che gli unici a fornirla siano i rappresentanti di “una destra ancora fascista”.
Destra che dal canto suo è alle prese con l’affaire Eike Schmidt. L’ex numero uno degli Uffizi ha preso servizio come direttore al Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, allontanandosi di fatto da Palazzo Vecchio senza aver ancora sciolto il nodo sulla sua candidatura con il centrodestra. E se è vero che fino a qualche settimana fa il continuo procrastinare della decisione non preoccupava troppo Fratelli d’Italia e i suoi alleati, ora il partito della presidente Meloni è costretto a guardarsi intorno. Se Schmidt dovesse tirarsi indietro, dovrà essere pronta un’alternativa che accontenti tutti e che dia la sicurezza di raggiungere almeno il ballottaggio. Il 27 gennaio è in programma il congresso fiorentino di FdI. Per allora Schmidt dovrà aver preso la sua decisione.