A luglio ci hanno detto che Bologna sarebbe diventata città 30, nel senso che TUTTI, ma proprio TUTTI sarebbero dovuti andare a trenta all’ora, nella quasi totalità delle strade, a qualsiasi ora. “Bene”, hanno detto TUTTI, in realtà hanno detto “male”, però era estate, la gente cominciava ad abbandonare la città per le vacanze, i vigili non facevano multe, quindi non è cambiato molto, anzi non è cambiato proprio niente.

Ci hanno detto “in questi mesi vi dovete abituare. Sarà una rivoluzione culturale”. “Bene” hanno detto TUTTI, tanto nessun vigile faceva le multe, TUTTI hanno continuato a guidare come prima e nessuno si è minimamente sforzato di abituarsi al nuovo che stava avanzando.

Ci hanno detto “Guardate che da gennaio inizieremo a fare le multe”. “Bene” hanno detto TUTTI, aggiungendo “ci penseremo poi a gennaio” e così è stato fino al 15 gennaio, perché non potevano mica iniziare a fare le multe il primo dell’anno. Non sta bene.

E finalmente è arrivato il 16 gennaio 2024. Sin dalle prime ore del giorno, sei pattuglie di vigili con il telelaser si sono appostate a caccia dei pirati della strada. C’era molta attesa per la prima multa 30. “Chi sarà il fortunato?” ci si chiedeva. E la risposta non è tardata ad arrivare: and the winner is Sergio Baldazzi, professione orefice, reo di aver sfrecciato per via Azzurra ai 39 km/h. Male, Baldazzi! Beccato subito. Multa di 29,4 euro (e perché non 30?) e interviste su tutti i quotidiani e le tv satiriche di Bologna. E’ stato lui il primo, di quelli che verranno dopo non interesserà nulla, è lui l’uomo simbolo della Città 30, di una Bologna identica a prima, ma un po’ peggio.

Da qualche giorno la città sembra che abbia accettato questa novità, o meglio, di giorno le strade sono intasate e anche prima era difficile andare a trenta, quindi hanno accettato per forza. Il problema è più evidente di sera, quando le strade più grandi, sgombre dal traffico delle ore di punta, diventano deserte e viaggiare ai trenta all’ora come un qualsiasi umarell col cappello diventa molto difficile. “Ci vorrebbero limiti con fasce orarie” dicono i rappresentanti della #Resistrenta, “Non bastava rispettare il limite dei 50 e fare i controlli?” si domandano altri moderati, “Mi dovrò svegliare prima per andare al lavoro” sbraita la working class, sempre più in affanno. E poi ci sono gli autisti dell’autobus che devono fare i trenta, i taxisti, i corrieri e tutte quelle persone che per lavoro sono costrette a guidare. TUTTI incazzati.

Dai piani alti della città-vetrina sono certi che ci abitueremo, che pure a Parigi all’inizio l’hanno presa male poi adesso sono très heureux (molto felici) e non tornerebbero più indietro. Lo hanno fatto “per il nostro bene”, “per la nostra salute”, “per salvare delle vite”. Sarà, per adesso le giornate scorrono via tutte uguali, al rallenty, tipo quando guidi che c’è la neve in strada. È un bel momento di benessere, va detto. Una città così gli altri se la sognano.

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