La violenza in Ecuador non si placa. A dieci giorni dalla proclamazione dello stato di emergenza per quello che è stato definito un vero e proprio conflitto armato interno – esploso dopo la fuga dal carcere del leader della banda criminale Los Choneros e dopo una serie di violenze culminate con l’invasione di un gruppo armato in un canale televisivo – i narcos hanno ucciso il pm César Suárez mentre viaggiava in auto a Guayaquil, fulcro geografico degli attuali conflitti in corso. Il magistrato, privo di scorta durante l’agguato, si stava per l’appunto occupando di indagare sull’attacco alla sede del canale TC Television, che ha sede proprio nel capoluogo della Provincia del Guayas.
Il pm era infatti in prima su tutti i media locali dopo aver ricevuto l’incarico di svolgere le indagini sull’impressionante invasione nello studio televisivo di un commando durante una trasmissione in diretta. A quanto dichiarato da un parente, Suárez sarebbe caduto in una trappola tesagli da qualcuno che lo ha indotto ad uscire di casa per raggiungere una zona dove avrebbe dovuto ricevere informazioni utili al suo lavoro. Invece, mentre si spostava in auto dopo aver lasciato la sede della polizia giudiziaria, è stato intercettato su un viale a nord di Guayaquil da sicari a bordo di un falso taxi che non gli hanno lasciato scampo, sparando almeno 18 colpi di armi da fuoco di vario calibro.
Rispondendo a questa ennesima sfida della criminalità, e nella convinzione che i mandanti dell’omicidio del pm potessero trovarsi là, un migliaio di uomini della polizia e dell’esercito hanno fatto irruzione per la quarta volta in pochi giorni nel carcere regionale di Guayaquil, il più grande del Paese, arrestando due detenuti, accusati di complicità. Poi in una conferenza stampa, i vertici delle forze di sicurezza hanno rivelato due altri importanti arresti di membri della banda Los Choneros, una delle 22 bande criminali schedate dal governo del presidente Daniel Noboa. Il comandante della Zona 8 della polizia, il generale Víctor Herrera, ha riferito che si tratta di due presunti occupanti del falso taxi da cui sono partiti i colpi contro il magistrato.
Intanto il braccio di ferro fra istituzioni e criminalità sembra poter durare ancora a lungo, nonostante finora siano state arrestate, nell’ambito del piano di sicurezza governativo Fenix, 1.753 persone, di cui 158 accusate di collegamenti con gruppi legati al terrorismo. La spirale di violenza in corso, del resto, è complessa e causata da numerosi fattori. “La dollarizzazione è uno dei fattori che rendono attraente per le bande criminali operare in Ecuador, perché rende più facile riciclare i dollari”, ha dichiarato a LaPoliticaOnline l’economista Juan Pablo Jaramillo, che ha anche aggiunto “la violenza è multi-causale e ovviamente il traffico di droga è uno dei molteplici fattori che aumentano la violenza”. L’Ecuador, ha detto ancora, “si trova tra i due maggiori produttori di cocaina al mondo. Dal 2015 al 2023 si è registrato un aumento dell’offerta e della domanda di cocaina in Europa. E dal 2019, le istituzioni statali in Ecuador si stanno indebolendo sistematicamente”.