Quattro minuti per chiedere scusa per la sua “disumanità”, dichiarando, dopo mesi di silenzio e senza mai chiedere perdono, di essere stato “perso e sconvolto”. Ma la sorella di Giulia Tramontano, Chiara, non crede alle parole di Alessandro Impagnatiello, accusato di aver accoltellato la fidanzata incinta e tentato di aver dato fuoco al cadavere. In una storia su Instagram torna a rivolgersi direttamente e duramente a lui con una storia su Instagram. “Effimero tentativo di insinuare un blackout di ‘una notte’. La tua crudeltà e disumanità si sono protratte per 6 mesi in cui hai avvelenato mia sorella e mia nipote. Puoi averlo dimenticato tu o i tuoi consiglieri, non io”. Le indagini e l’autopsia hanno confermato l’ipotesi degli inquirenti di Milano ovvero che il barman – che sperava di proseguire una relazione con un’altra donna – avvelenava da mesi con il topicida la compagna.
Davanti alla Corte d’Assise di Milano e ai familiari di Giulia, tutti presenti al processo, il 30enne ha tentato di porgere le sue “più eterne scuse”, sostenendo di essere stato “avvolto da qualcosa che mi affliggerà per sempre, di inspiegabile e da una disumanità”. Un discorso che Chiara Tramontano e il papà Franco hanno deciso di non ascoltare, “troppo pesante” da sentire, uscendo dall’aula pochi secondi dopo l’inizio delle dichiarazioni, durate meno di quattro minuti. Alla fine dell’udienza, poi, Chiara ha pubblicato sul suo profilo una storia, condivisa anche dal fratello Mario: “Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura”. A Impagnatiello la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo contestano l’omicidio aggravato dalla crudeltà, dalla premeditazione, dai futili motivi e dall’aver accoltellato la propria convivente.
Secondo l’accusa, Impagnatiello avrebbe tentato di avvelenare Giulia per mesi, almeno dal dicembre del 2022, somministrandole del topicida messo nelle bevande, ma anche ammoniaca, a sua insaputa, prima di ucciderla a coltellate la sera del 27 maggio scorso. Poco prima la giovane, in un vocale inviato ad una sua amica, aveva detto che era pronta a rifarsi una vita senza di lui, da sola col suo bambino. Giovedì agli atti del processo è stato depositato un video della festa di “baby shower” che la coppia aveva organizzato per la futura nascita del piccolo Thiago. Ai festeggiamenti, avvenuti nel mese di marzo, era presente anche Impagnatiello. “In quel periodo, ormai da mesi, l’imputato somministrava veleno alla vittima”, ha spiegato la pubblica accusa.