Dietrofront di Fratelli d’Italia sulla richiesta di proroga del Superbonus. È stato ritirato l’emendamento al decreto superbonus (a prima firma Saverio Congedo), identico ad altre due proposte presentate da Pd e gruppo Misto, per concedere altri due mesi ai condomini che al 31 dicembre hanno effettuato lavori per almeno il 70% per beneficiare della detrazione al 110%. La decisione, viene riferito da fonti del gruppo, è stata presa alla luce delle perplessità arrivate dal ministero dell’Economia, in attesa della verifica che verrà fatta nella riunione tecnico-politica in programma martedì.
La concessione almeno di un paio di mesi di proroga per il Superbonus è stato chiesto da maggioranza e opposizione con diversi emendamenti al decreto con le ultime modifiche sull’agevolazione. Proposte che danno voce agli appelli arrivati nei giorni scorsi dalle associazioni di categoria sui rischi legati ai tanti cantieri ancora da ultimare. E che hanno alimentato ulteriormente il pressing sul governo.
Tra i quasi 130 emendamenti all’esame della commissione Finanze della Camera ci sono ancora diverse richieste di proroga condivise da maggioranza e opposizione. Ci sono i testi identici di Pd, FdI (oggi però ritirato) e gruppo Misto per la proroga dei due mesi. Altre quattro proposte presentate dal gruppo Misto, Pd e Fi propongono di dare tempo fino al 29 febbraio, a condizione che i lavori siano almeno al 60%. Ma c’è anche chi azzarda una proroga più ampia.
Le richieste dei partiti guardando anche ai territori colpiti da eventi eccezionali di maltempo: la Lega propone di garantire il 110% fino al 2025 per i territori colpiti dalle alluvioni del 2022 e 2023 (Marche, Emilia-Romagna e Toscana); Fi chiede una proroga del superbonus per le aree toscane colpite dai recenti episodi di maltempo di ottobre e novembre scorsi. Il M5s poi propone misure per favorire la circolazione dei crediti d’imposta edilizi incagliati, ma molti sono anche gli interventi di modifica all’articolo che rivede la detrazione per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Molte delle richieste accolgono le istanze arrivate nei giorni scorsi dalle associazioni di categoria, a partire dall’Ance, che ha parlato di 40.000 cantieri condominiali incompiuti, per un totale di circa 350.000 famiglie coinvolte e un valore dei contratti pari a 28 miliardi di euro. Ora la palla passa al Ministero dell’economia, che dovrà fare i conti con gli stretti margini di bilancio. Una riunione tecnico-politica tra maggioranza e governo per capire come procedere è già fissata per martedì.