Era sparita nel nulla dopo aver litigato con il fidanzato, le sue ricerche proseguite per diverso tempo non avevano permesso il ritrovamento di Andreea Rabciuc. Nel pomeriggio di sabato un cadavere, ridotto allo stato scheletrico, è stato trovato a Castelplanio, in provincia di Ancona. L’ipotesi è che possa essere il corpo della 27enne che era scomparsa nella zona di Montecarotto, a circa un chilometro dal luogo dove è stato trovato. La ragazza era sparita nel nulla il 12 marzo del 2022, allontanandosi dopo una serata trascorsa con degli amici. Sul posto i carabinieri, la pm della procura di Ancona Irene Bilotta e l’avvocato Giuliani, legale dell’unico indagato, Simone Gresti, fidanzato della ragazza. Un pezzo di un giubbotto e una scarpa fanno pensare che il cadavere possa essere di Andreea.
Gresti era stato l’ultimo, insieme ad altre due persone, a vedere la giovane la sera prima della scomparsa: in quattro si erano incontrati in un’area nel territorio di Montecarotto dove si trovano un casolare e una roulotte. Durante la notte Gresti e la 27enne avevano litigato furiosamente finché lei si era allontanata a piedi prima delle 7 di mattina, senza il cellulare che aveva lasciato all’uomo. Nella zona era stato effettuato un sopralluogo con cani molecolari e avevano lavorato carabinieri e vigili del fuoco.
Le ricerche della ragazza erano partite con un certo ritardo, perché inizialmente si era pensato ad un allontanamento volontario: già in passato la 27enne se ne era andata di casa, facendo perdere le proprie tracce e non mettendosi in contatto con i familiari. Ma di fronte ai vari appelli via social della madre e dell’ex fidanzato rimasti senza risposta, la donna si era rivolta ai carabinieri quando era già trascorso del tempo: nel frattempo la scomparsa di Rabciuc era stata collegata al ritrovamento di un cadavere mutilato in un borsone nel Po in provincia di Rovigo. Un’ipotesi che però era stata scartata dai carabinieri veneti. Tra gli elementi raccolti durante le indagini anche le chat via telefono fatte nelle ultime ore con l’ex fidanzato, con cui era rimasta in rapporti di amicizia. Il caso è approdato anche a Chi l’ha visto.
A scoprire i resti sabato è stata la proprietaria del casolare, diroccato, ma chiuso. Il corpo si trovava però in una parte del piano terreno, dove le finestre erano state sfondate. Oltre ai carabinieri sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco per mettere in sicurezza quella porzione di fabbricato e permettere gli accertamenti di polizia scientifica che andranno avanti fino a tarda note. Per l’identificazione ufficiale sarà necessario l’esame del Dna. Ma restano tanti interrogativi. Il principale: possibile che nessuno sia mai andato a perlustrare quel casolare, un edificio che si trova sullo stesso lato della strada Montecarottese dove Andreea si trovava nella notte tra l’11 e il 12 marzo? O forse il cadavere è stato portato in un momento successivo a questi controlli? Domande a cui si cercherà probabilmente di dare una risposta.