Sugli spalti vengono venduti bratwurst biologici, anche in versione vegana. Accompagnati da una bella birra, ovviamente. Ma senza esagerare: sono previste, anzi, iniziative di sensibilizzazione contro la dipendenza da alcol. E pure dalle scommesse. Infatti, il club ha rifiutato una grossa offerta di sponsorizzazione di un brand di scommesse sportive. Ha rifiutato anche di parlare con i procuratori di un qualsiasi giocatore minorenne: le decisioni si prendono parlando con la famiglia, altrimenti grazie e auf wiedersehen. Ci sono diversi progetti che riguardano lo stadio, con l’obiettivo finale di avere un ambiente più inclusivo e con emissioni ridotte. Benvenuti nel mondo dell’FC St Pauli, il club tedesco fondato sui valori dell’antirazzismo, dell’antidiscriminazione e dell’antifascismo, che ora ha fatto della sostenibilità un’altra sua bandiera. Tanto da diventare la prima squadra di calcio professionistica al mondo a completare un bilancio in linea con i valori dell’Economia per il bene comune (ECG): sottoposta all’audit esterno di ECG, la società si è piazzata fin da subito in cima alla classifica della sostenibilità insieme a pionieri come Greenpeace, il produttore di succhi biologici Voelkel o l’azienda tessile Vaude. “Vogliamo dimostrare che un altro calcio è possibile“, racconta a ilfattoquotidiano.it il portavoce del club, Patrick Gensing. “Ma anche che questo modello può portare a un calcio di successo“: la squadra attualmente è seconda nella Serie B tedesca e punta a tornare presto in Bundesliga.
La storia del club – Il St Pauli porta il nome di un quartiere di Amburgo ed è indissolubilmente legato alla sua gente, alla sua tifoseria. Il club è nato nel 1910, ma è negli Anni 70 che diventa il simbolo del movimento punk e autonomo della città portuale nel nord della Germania. Sono gli anni delle occupazioni, delle tensioni sociali, delle battaglie studentesche e proletarie: i seggiolini del Millerntor–Stadion si trasformano nel luogo di aggregazione preferito di quel quartiere in subbuglio. La tifoseria si unisce intorno a tematiche come l’antifascismo, l’anti-omofobia e l’antirazzismo. E sceglie come simbolo il Jolly Roger, lo stemma delle navi pirata. I bucanieri del calcio tedesco diventano un punto di riferimento, un emblema della resistenza all’arrivo dei capitali e alla commercializzazione del pallone, nonostante il St Pauli sul campo non ottenga mai risultati brillanti e abbia spesso i conti in rosso. Questo però è il passato. Oggi la società dei “pirati” è diventata un modello di gestione, senza rinnegare ma anzi facendo leva sui propri valori fondanti. Come ha riassunto Jutta Hieronymus, membro del consiglio di amministrazione di ECG Germania, l’FC St Pauli “dimostra che il successo a lungo termine nello sport professionistico è possibile anche quando gli obiettivi etici, sociali ed ecologici vengono conciliati con le esigenze economiche”.
Dalle donazioni ai senzatetto alla lotta alle discriminazioni – “Meno chiacchiere, più azioni” è il motto di Franziska Altenrath, la responsabile del dipartimento strategia, cambiamento e sostenibilità del club. Tra le iniziative meritevoli citate da ECG, ci sono il no agli sponsor non etici (come quelli sul gioco d’azzardo), la creazione di linee guida sulla diversità, la parità di genere del consiglio di vigilanza, prodotti ecologicamente sostenibili e il passaggio alla ristorazione biologica e vegana. Altenrath a ilfattoquotidiano.it spiega appunto come si traducono in concreto questi progetti: “A livello locale, ci impegniamo ad aiutare i senzatetto e le persone colpite dalla povertà. Finanziamo la consulenza legale per i rifugiati e facciamo parte di un programma di riabilitazione per i giovani che hanno commesso crimini“. A decidere come distribuire le donazioni del club è un comitato composto da tifosi, soci e dipendenti. Poi ci sono le iniziative a livello nazionale: “Usiamo la nostra visibilità per inviare messaggi chiari sull’antirazzismo, l’antisessismo e la lotta contro tutte le forme di discriminazione. Noi stessi lavoriamo sempre per diventare più inclusivi“. Come? I prezzi dei biglietti allo stadio devono essere ” il più socialmente accettabili possibile”. Inoltre, tra le altre cose, il club si impegna a comunicare “in un linguaggio semplice” e prevede la comunicazione anche tramite il linguaggio dei segni: “Trasmettiamo la nostra traduzione in diretta il giorno della partita”, spiega sempre Altenrath.
Il ruolo dei tifosi – Le iniziative del St Pauli sono in continua evoluzione: Altenrath svela che da marzo 2024 comincerà il lavoro di un “team di sensibilizzazione” che si prenderà cura delle persone che hanno subito comportamenti inopportuni (ad esempio, insulti sessisti) all’interno dello stadio. La casa del club deve essere per filosofia un ambiente inclusivo e sono gli stessi tifosi a pretenderlo: “Il contributo dei tifosi è per noi un elemento imprescindibile. Molte delle iniziative, degli ideali e dei valori che il club rappresenta oggi sono emersi dalla tifoseria. I nostri tifosi avviano e coltivano il cambiamento. Supportano le iniziative e parlano apertamente quando non sono d’accordo“. Proprio dai tifosi è partito un altro progetto, quello sul contrasto alla dipendenza da alcol o all’uso improprio delle scommesse. Sempre dei tifosi è stata anche la richiesta di avere “una nostra gamma di prodotti sostenibili, nella quale prestiamo grande attenzione alla produzione sociale e ai materiali ecologici”. Così è arrivata anche l’idea dei wurstel vegani e biologici, spiegata così dal vicepresidente Esin Rager: “Un bratwurst biologico costa attualmente circa 90 centesimi in più rispetto a un prodotto convenzionale, il che evidentemente causa più sofferenze agli animali, allevamenti più dannosi per l’ambiente e condizioni di lavoro solitamente peggiori per coloro che partecipano al processo di produzione”.
La bandiera della giustizia climatica – All’interno del concetto più ampio di sostenibilità, anche la lotta al cambiamento climatico è diventata una delle bandiere del St Pauli, uno dei messaggi che club e tifosi vogliono lanciare sfruttando la visibilità del calcio: “Consideriamo il cambiamento climatico principalmente come un rischio politico e sociale, siamo quindi impegnati a favore della giustizia climatica. I poveri stanno diventando sempre più poveri mentre i ricchi non vengono colpiti, o lo sono solo in minima parte, dai cambiamenti climatici”, afferma ancora Altenrath. “Usiamo la nostra popolarità per attirare sempre più l’attenzione sui problemi sociali legati al clima e per presentare soluzioni per la trasformazione sociale”. Allo stesso tempo, il club sta portando avanti la sua decarbonizzazione: “Abbiamo in programma alcuni progetti che ridurranno le nostre emissioni di CO2. Ciò include il passaggio all’illuminazione a Led, la realizzazione di un impianto fotovoltaico, l’utilizzo di una rete di riscaldamento locale e l’attenzione alle emissioni nei nuovi edifici”, evidenzia Altenrath.
L’impegno sociale e quello sul campo – Raccontato così, l’FC St Pauli sembra tutto tranne che una società impegnata ad avere successo sul campo. In parte però, questa attenzione al potere che può avere il calcio come aggregatore sociale e come promotore del cambiamento è un valore fondante della società: “Da decenni l’FC St Pauli è fortemente impegnato a livello sociale. L’impegno per la diversità e per una società aperta e democratica fa parte del Dna del club. Rendiamo giustizia a questo nei progetti locali e nelle nostre campagne”, spiega sempre la responsabile della sostenibilità. Il St Pauli inoltre non ha investitori esterni, a gestire la società è quello che in Italia chiameremmo “azionariato popolare“. E Altenrath sottolinea anche questo aspetto: “La grande apertura del club alle idee dei tifosi porta anche ad una grande credibilità. Questa credibilità è un asset prezioso per la diffusione e la comunicazione dei valori e dei temi della sostenibilità“. Ma anche per prendere decisioni forti, come quella legata ai procuratori dei minorenni: “La nostra Vision è ‘Un calcio diverso è possibile’ – afferma Gensing, portavoce del club – Questo ci spinge a dare uno sguardo sempre nuovo al nostro core business. Abbiamo deciso di parlare direttamente solo con i giocatori minorenni o con i loro parenti e non tramite agenti. Questa pratica – cominciata in questa stagione – ha suscitato molto scalpore, ma finora si è assolutamente dimostrata valida“.