“Un soldato combattente pronto a lottare per la rivoluzione del bene accompagnato dal soldato semplice dell’esercito di Rheggio 743 avanti Cristo, Massimo Ripepi”. Con queste parole e con la colonna sonora del “Pirati dei Caraibi” è stato accolto sindaco di Terni Stefano Bandecchi, al teatro Cilea di Reggio Calabria. Il coordinatore di Alternativa popolare è arrivato nella città calabrese per sposare , parole sue, la “rivoluzione dei guerrieri della luce”, il progetto politico del consigliere comunale Massimo Ripepi. Si tratta del “pastore” della Chiesa cristiana “Pace”, una sorta di santone che in passato si è definito “unto dal signore” e si fa chiamare “papà” dai suoi seguaci. Il movimento di Bandecchi lo vuole candidare alle prossime europee e poi anche sindaco di Reggio Calabria.

Dopo aver esposto teorie no vax (“Non sappiamo cosa ci hanno messo nei vaccini, perché prima non prendevamo l’influenza e adesso la prendiamo”), nell’incontro organizzato nel più importante teatro della città dello Stretto, Ripepi (che è anche un paramedico) ha presentato il programma elettorale partendo dalla sua cristianità: “È possibile che in un mondo laico i cristiani si vergognano di pronunziare il nome di Gesù Cristo”.

Tra gli spalti e nei loggioni i “seguaci” della chiesa di cui Ripepi è pastore. Ma anche molti nostalgici dei “boia chi molla”, protagonisti della rivolta di Reggio degli anni 70. Il consigliere comunale li ha visti e ha parlato alla loro pancia proponendo addirittura la scissione di Reggio dalla sua regione: “Quando voi avete fatto la rivolta avevo un anno ma sarei voluto andare a combattere. Voglio staccarmi dalla Calabria perché ho visto sempre i catanzaresi e i cosentini combattere contro di noi. Ce ne dobbiamo andare urgentemente”.

Le scuole? “Le spostiamo un po’ più in periferia”. E il corso “Garibaldi”? “Lo chiamerei Gianni Versace e sarà la via della moda. Faremo i porti turistici. I ricchi del mondo verranno qua con l’aereo personale e con la barca. E secondo voi che faranno quando qui ci saranno le migliori boutique? Verranno a spendere. Per farlo ci vuole una rivoluzione. È una questione di sopravvivenza. Io non sono un eroe ma un soldato semplice”.

L’assist è per Bandecchi che, salito sul palco sulle note di “Happy”, dà manforte al consigliere comunale: “Ripepi non è un soldato semplice. È un generale. Sta organizzando la vera rivoluzione di Reggio. È impossibile battere il male se non si è disponibili a fare la guerra. A combattere. Cari signori, è possibile fare una guerra senza avere un esercito, senza avere un’arma? I ‘guerrieri della luce’ hanno una spada. L’arcangelo Gabriele con un piede tiene il diavolo sotto, con l’altra brandisce una spada. Ha addosso un’armatura”.

Prima che cali il sipario c’è il tempo anche di attaccare i politici nazionali la maggior parte dei quali, secondo Bandecchi, “oggettivamente ha fatto dei lavori dove non si fa una mazza dalla nascita o non ha mai lavorato”. “Io – conclude – non voglio fare nomi e cognomi, per esempio di Salvini che comunque ha fatto lo speaker. Cioè aveva un microfono. Tutto il suo lavoro. Non voglio parlare del presidente del Consiglio perché non voglio andare in galera. Non voglio parlare di Tajani che lavorava per Berlusconi. Non voglio parlare della Schlein che viene dalla Svizzera. Cioè uno di Reggio Calabria non è buono, uno svizzero si?”.

Articolo Precedente

Teatro di Roma, non solo il blitz della destra per nominarlo: l’ipotesi maxi-stipendio per il direttore De Fusco

next