Musica

Sanremo 2024, Il Tre: “Fragili è la mia storia d’amore finita male. Colpa mia, non mi sono comportato bene per i traumi del mio passato”

Il brano in concorso al Festival, “Fragili” è in bilico tra rap e pop ed è dedicato alle “fragilità di ognuno di noi”. Nel testo c'è anche una breve citazione di Lucio Battisti con “Mare Nero”

“Crederci sempre, arrendersi mai” non è solo il motto celebre di Simona Ventura, ma è anche quello de Il Tre. Il rapper infatti, dopo vari anni, è riuscito a centrare il suo bersaglio e ad entrare dalla porta principale del Festival di Sanremo 2024 con il brano “Fragili”. Il nome d’arte scelto, il vero nome è Guido Senia, oltre alla data di nascita del 3 settembre, richiama anche il suo nucleo familiare composta da lui, madre e padre. Il Tre si esibirà live per la prima volta al Palazzo dello Sport di Roma sabato 9 novembre: “È uno dei miei sogni più grandi che si realizza”.

Di cosa parla “Fragili”?
‘Fragili’ racconta un momento difficile che ho vissuto. La relazione con una persona che non è andata a buon fine. Si dice sempre di sentire le due campane quando finisce un amore. Io ho fatto degli errori e me ne assumo le mie responsabilità.

Cos’è accaduto?
Non mi sono comportato bene a causa di traumi miei passati. Non sono stato in grado di capirlo in quel momento. Di solito si cerca di andare in terapia per capire da dove derivino i traumi per riconoscere poi gli errori. Una cosa è certa: è stata una persona che non avrei voluto perdere.

In che modo affronti le tue fragilità?
Non ho un metodo preciso. Cerco di domare le mie ansie andando al mare d’inverno, mentre ascolto musica in cuffia e passeggio col mio cane. Credo sia molto terapeutico.

Cosa pensi in quei momenti?
Cerco di capire nel momento in cui arriva un momento bello a come godermelo al meglio.

Cosa ti è mancato nella tua vita?
Nulla. Ho solo avuto dei diverbi accesi in famiglia come tutti gli adolescenti. Non mi sentivo capito e ho fatto qualche cavolata. Mi sono allontanato proprio dalla mia famiglia, quella che mi ha sempre appoggiato e che, invece, non mi avrebbe mai fatto alcun torto. Poi l’ho capito solo dopo e mi sono riavvicinato ai miei genitori. Oggi ho un ottimo rapporto con loro.

Chi è il tuo più grande fan?
Papà. Gli ho pure dedicato una canzone, ‘Lettera a mio padre’. Con lui, ogni anno, mi sono piazzato davanti alla tv in attesa che si pronunciasse il mio nome per Sanremo. Ricordo la delusione quando non accadeva, ma lui soffriva più nel vedermi deluso.

E quest’anno com’è andata?
Papà è andato in garage, ufficialmente per riordinare delle cose, in realtà perché non reggeva la tensione e non avrebbe voluto vedermi, ancora una volta, deluso in volto. Direi che è andata bene (ride, ndr). Mia mamma appena Amadeus ha fatto il mio nome ha detto: ‘Oddio cosa mi devo mettere all’Ariston!’. Ci saranno anche loro in platea ad applaudirmi.

Negli anni scorsi il tuo nome è stato fatto spesso per il toto-Big al Festival. Cosa ha convinto questa volta Amadeus a chiamarti?
Ci provo da diversi anni e sono contento di esserci riuscito finalmente. Tenevo particolarmente ad esserci. Non penso che le canzoni che ho presentato in passato fossero meno forti di ‘Fragili’. Avevamo mandato ‘Roma’, che poi è diventato un singolo, ma anche ‘Invisibili’. Infine altri due pezzi che però non sono mai stati pubblicati.